Alberto Di Girolamo, medico ed ex sindaco di Marsala, a Mazara una piazza piena di giovani ha rivendicato il diritto alla salute, oggi sempre più negato. Con la rimozione del direttore generale dell’ASP, Croce, si risolvono i problemi?
Assolutamente no. I problemi rimangono esattamente gli stessi di sempre. Basti pensare ai tremila referti di esami istologici consegnati dopo mesi: è un fatto di una gravità unica, mai visto prima. Forse la politica e i cittadini non si rendono conto della reale portata di questa situazione. All'interno di questa ASP ci sono molte criticità: mancano posti letto, i reparti sono frammentati in modo che poteva andare bene cinquant’anni fa, ma oggi non più.
Le principali malattie nel mondo occidentale sono di tipo cardiovascolare e oncologico. Per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, abbiamo come punto di riferimento l’ospedale di Trapani, che andrebbe potenziato. Sul fronte oncologico, invece, abbiamo poco, nonostante l’impegno dei colleghi. Altrove sono nate strutture specializzate in oncologia. Qui, invece, ci sono cinque o sei chirurgie che fanno tutte le stesse cose, ma nessuna riesce a garantire una vera chirurgia oncologica, come invece si dovrebbe fare da anni.
C’è bisogno di ospedali orientati alla specializzazione. Se Trapani è da anni a vocazione cardiovascolare, Marsala — e dico Marsala non per campanilismo, ma perché ha tutte le caratteristiche idonee — è oggi mezzo vuoto. Ed è uno scandalo. È un ospedale costruito per 250 posti letto, che oggi ne ospita solo 100-120. Ha cinque sale operatorie, una radiologia che funziona bene… ci si chiede: perché non sfruttare al meglio questa struttura in provincia?
Abbiamo la metà dei posti letto che ci spetterebbero per potersi curare. Non riesco a capire se questo sia dovuto a ignavia, disinteresse, incapacità, o forse a un preciso interesse nel non far funzionare il sistema pubblico, costringendo così i cittadini a rivolgersi al privato.
Alberto Di Girolamo, secondo lei, se fosse necessario chiudere l’ospedale di Castelvetrano per potenziare quello di Mazara, come si potrebbe affrontare lo scontro con il territorio? La politica spesso cavalca queste divisioni. A Castelvetrano, tra l’altro, esiste anche un comitato in difesa dell’ospedale.
Credo che la politica debba avere il coraggio di decidere in base a ciò che serve realmente, non in base al campanilismo. Tra Trapani e Mazara ci sono due ospedali piccoli, con un bacino complessivo di circa 130 mila abitanti. Forse sarebbe più utile costruire un nuovo ospedale da 200-300 posti letto, di cui c’è reale bisogno, piuttosto che mantenere due strutture con reparti duplicati — due chirurgie, due medicine — che non saranno mai pienamente operative.
Oggi, in un contesto sanitario completamente diverso da quello di qualche decennio fa, mancano medici in molte specializzazioni, in particolare al pronto soccorso. E dove ci sono, i giovani preferiscono lavorare in strutture dove possono crescere professionalmente. Se si crea un unico ospedale con reparti ben strutturati e specializzati, i giovani medici ci vanno volentieri. Il robot chirurgico? Sì, ma solo in un contesto in cui ci siano più chirurgie che lavorano in modo sinergico e armonico.