Dopo oltre quarant’anni di onorata carriera nell’Arma dei Carabinieri, lascia il servizio attivo il Maggiore Vito Cito, figura chiave nella lotta alla criminalità organizzata in provincia di Trapani. Tra le tante operazioni di cui è stato protagonista spiccano tre tra le più importanti degli ultimi decenni: “Campus Belli” del 2011, contro la famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, “Scrigno” del 2019, che colpì le cosche di Trapani, Paceco e Marsala, e “Cutrara” del 2020, mirata a disarticolare la famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo.
Arruolatosi nel 1984 come Carabiniere Ausiliario, Vito Cito iniziò il suo percorso alla Stazione Carabinieri di Roma – Gianicolense, per poi approdare a Trapani nel 1987 dopo il corso da sottufficiale. Fin dai primi anni, l’allora Maresciallo si distinse per il suo impegno, la tenacia e le notevoli capacità investigative.
Dal 1989 al 1994 ha fatto parte del R.O.S. di Palermo, per poi operare nella Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Trapani. Nel 2001 viene trasferito al Reparto Operativo di Trapani, dove ha proseguito una carriera di rilievo, assumendo un ruolo di primo piano in indagini che hanno segnato profondamente il contrasto alla mafia locale.
Il Maggiore Cito ha dato un contributo essenziale anche nella risoluzione di gravi episodi di omicidio, sia di stampo mafioso che di criminalità comune, e nelle indagini patrimoniali che hanno portato a sequestri e confische di beni illecitamente accumulati. Il suo impegno è stato decisivo anche nelle attività investigative che hanno condotto alla cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro.
Riconosciuto con numerosi encomi, è stato insignito della Medaglia Mauriziana, della Croce d’Oro per l’anzianità di servizio e della medaglia al merito di lungo comando. Ha partecipato a missioni internazionali, come quella in Kosovo, ed è stato anche formatore in Francia, presso la Scuola della Gendarmeria, ricevendo la medaglia di bronzo del Ministero della Difesa francese. È Cavaliere della Repubblica Italiana.
Con il suo congedo, l’Arma e la comunità trapanese salutano un servitore dello Stato il cui operato ha lasciato un segno profondo nella lotta per la giustizia e la legalità.