Nuova sentenza del Tribunale Ordinario di Marsala per la tutela dei diritti degli studenti con disabilità, che ha accolto il ricorso cautelare presentato dalla madre del minore. Il ragazzo, affetto da una grave forma di disabilità certificata dall’ASP di Trapani, vedrà finalmente riconosciuto il suo diritto a ricevere l’assistenza specialistica dell’ASACOM (Assistente all’Autonomia e alla Comunicazione), per 18 ore settimanali come previsto nel suo Piano Educativo Individualizzato (PEI). Qui un'altra sentenza del tribunale.
La controversia è nata dopo che il Comune di Marsala, a inizio gennaio 2025, aveva interrotto il servizio ASACOM per gli studenti non in possesso della certificazione INPS di disabilità grave ex art. 3, comma 3 della Legge 104/92, ritenendo insufficiente quella rilasciata dall’ASP. Una scelta che ha messo in difficoltà numerose famiglie e che ha costretto i genitori, rappresentati dall'avvocato Valentina Piraino (ex assessore Giunta Grillo), a rivolgersi al giudice per garantire il supporto necessario al figlio, iscritto alla scuola primaria "Luigi Sturzo - Asta".
Il giudice Francescamaria Piruzza ha ritenuto fondato il ricorso, definendo “discriminatoria” la condotta del Comune e ribadendo come il diritto del minore all’assistenza scolastica sia “intangibile” e “inattaccabile”, non soggetto a limitazioni di bilancio. La sentenza ha chiarito che il riconoscimento della disabilità ai fini scolastici non è di esclusiva competenza dell’INPS, bensì può essere validamente certificato anche dalla neuropsichiatria infantile dell’ASP, come nel caso.
La decisione sottolinea inoltre che il mancato rispetto del PEI rappresenta una violazione grave dei diritti fondamentali dello studente disabile, sanciti sia dalla normativa italiana (tra cui la Legge 104/92 e la Legge 67/2006) sia dalle convenzioni internazionali come la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Il Tribunale ha quindi ordinato al Comune di Marsala di ripristinare con effetto immediato il servizio ASACOM per 18 ore settimanali e ha condannato l’amministrazione al pagamento di 30 euro al giorno per ogni giorno di ritardo nell’erogazione dell’assistenza, a partire dal settimo giorno successivo alla comunicazione della sentenza.
La vicenda pone l’attenzione sulla necessità di uniformare le prassi amministrative locali al quadro normativo nazionale e internazionale, per garantire che nessun bambino venga escluso dal proprio percorso scolastico a causa di ostacoli burocratici. Una sentenza che fa giurisprudenza, ma soprattutto giustizia.