Sono bastati pochi secondi di video per ribaltare l’intera ricostruzione della tragedia di Partinico, in provincia di Palermo, dove il 45enne Gioacchino Vaccaro è morto dopo una violenta colluttazione. Le immagini visionate dal giudice per le indagini preliminari Marco Petrigni hanno convinto l’autorità giudiziaria a modificare il capo d’accusa nei confronti dei fratelli Failla, da omicidio preterintenzionale a rissa aggravata. Per loro, ora, scattano i domiciliari.
Le immagini decisive
Il video – ora agli atti dell’inchiesta – mostra l’evoluzione rapidissima del fatto. I familiari di Vaccaro scendono improvvisamente dalla propria auto e si dirigono verso la vettura guidata da Antonino Failla. Bloccano con forza lo sportello del conducente, impedendone l’apertura. Vaccaro stesso non arretra, ma prende parte attiva alla colluttazione, fronteggiando i fratelli Failla. Dopo lo scontro, si allontana, risale in auto e riparte.
La dinamica
Il fatto è avvenuto a fine marzo, quando – secondo le ricostruzioni – Vaccaro, a bordo della sua auto insieme alla moglie e al figlio, era stato tallonato da una vettura con a bordo uno dei Failla, che suonava ripetutamente il clacson. Dopo un sorpasso, Vaccaro ha bloccato l’altra auto, è sceso e ha affrontato i due fratelli. L’alterco è degenerato in rissa.
La corsa in ospedale e la morte
Vaccaro si è presentato al pronto soccorso alle 16.40, diverse ore dopo la rissa, raccontando di essere caduto accidentalmente in casa. I medici gli hanno assegnato un codice rosso per i traumi alla testa e al torace. È morto intorno alle 20.
Le valutazioni del giudice
Secondo il giudice Petrigni, non è possibile stabilire un nesso diretto tra la rissa e la morte dell’uomo. La famiglia non era a conoscenza di patologie pregresse, e la versione iniziale fornita da Vaccaro – che ha parlato di una caduta accidentale – ha contribuito a complicare ulteriormente la lettura dei fatti. La Procura aveva inizialmente ipotizzato il reato di omicidio preterintenzionale, ma il video e gli interrogatori difensivi curati dall’avvocato Antonio Maltese hanno spinto verso la derubricazione del reato in rissa aggravata.