Trapani torna sotto i riflettori per un caso di inquinamento ambientale che ha destato non poca preoccupazione. Un autolavaggio situato sul lungomare Dante Alighieri è stato individuato come la fonte di uno sversamento di idrocarburi, solventi e altri prodotti chimici nelle acque bianche che poi finiscono in mare. L’allarme è scattato dopo il ritrovamento di tracce inequivocabili, che hanno portato le autorità a un'indagine approfondita. Seguendo il tracciato dei canali di scarico, gli inquirenti sono risaliti fino all’attività commerciale, che si trova a ridosso del litorale.
Il Comune, con un'ordinanza dirigenziale del 3 aprile scorso, ha disposto la sospensione immediata dell’autolavaggio, dopo aver accertato una lunga serie di irregolarità sia sul fronte ambientale che edilizio. Il provvedimento fa seguito a un sopralluogo del personale dell’Ufficio Repressione Abusivismo Edilizio, effettuato il 24 settembre 2024 e trasmesso al SUAP lo scorso marzo. Tra le criticità rilevate, la mancanza di sistemi essenziali per la gestione dei reflui, come i serbatoi per i fanghi depurati e i pozzetti per la raccolta, oltre a una griglia di raccolta installata in un’area adibita a magazzino, dove invece si stavano effettuando lavaggi.
Le irregolarità non si fermano lì. In un locale dichiarato come “attesa - office” è stata realizzata una struttura in muratura con tetto coibentato, al posto di un prefabbricato autorizzato. Il bagno risultava invece adibito a deposito e privo del vaso igienico. Anche l’area magazzino veniva usata per il lavaggio dei veicoli e un’altra struttura, destinata all’accoglienza clienti, era stata realizzata con materiali non previsti nei progetti approvati. Tutti interventi non conformi alle normative urbanistiche.
La sospensione ha anche richiamato una precedente ordinanza, la n. 1152 del 15 novembre 2024, che imponeva la cessazione di un’altra attività commerciale gestita dallo stesso titolare, in assenza delle autorizzazioni necessarie. Un insieme di violazioni che, secondo il Comune, delineano un quadro di persistente illegalità e scarsa attenzione verso le regole.
Nonostante la recente ordinanza di chiusura, parrebbe che l’autolavaggio sia già stato riaperto. Secondo quanto si apprende informalmente, il titolare avrebbe provveduto a mettere l’attività in regola, sanando le difformità contestate. Una tempistica che solleva inevitabili interrogativi: è davvero possibile che tutti gli interventi necessari – compresi eventuali lavori edili, aggiornamenti impiantistici e rilascio delle nuove autorizzazioni – siano stati completati in così breve tempo? E, soprattutto, è stata effettuata una nuova verifica da parte degli uffici competenti?
Domande che restano per ora senza risposta ufficiale, ma che alimentano dubbi sulla trasparenza e sull’efficacia del sistema di controlli. Resta comunque il fatto che l’episodio ha fatto emergere importanti criticità e solleva più di un dubbio sulla reale volontà di alcuni operatori economici di rispettare le regole, specie in un contesto tanto delicato come quello della costa trapanese, di valore paesaggistico e turistico.