A Mazara del Vallo ieri, in piazza della Repubblica, spirava il Nuovo Vento del Sud. L’associazione presieduta da Giulio Vultaggio, 28 anni, è riuscita grazie all’abilità di altri ragazzi a riempire la centralissima piazza mazarese a colpi di “Mazara si cura”.
Erano in tanti per dire essenzialmente delle cose basilari: non si può morire per un ritardo istologico, non si possono più attendere mesi interi per accedere ad una visita, che nei reparti si deve essere curati e non trattati come “fastidio”. Cose basilari ma che puntualmente non accadono.
Giovani volenterosi che hanno messo insieme e in riga delle criticità ataviche e le hanno restituite per quello che sono: la vera malattia è una sanità politicizzata.
Non si sono fatti mettere il cappello da nessun partito, hanno deciso di essere liberi nella loro denuncia e nella loro lotta ad una qualità sanitaria alta e non altra. Che non baratta il diritto alla salute con qualche mancia e nomina.
Gli studenti
L’associazione ha saputo creare una rete di contatti, ha invitato tutte le scolaresche che, cosa incredibile, non sono state autorizzate a partecipare. Quindi la loro presenza sul posto era spontanea e soprattutto hanno marcato assenza nelle loro classi. Il primo vero coraggioso gesto di disobbedienza verso scuole che autorizzano la presenza delle classi all’evento il “peschereccio d’oro” e non ad una manifestazione sulla Sanità. Il diritto non può essere solo garantito da altri va esercitato, quando viene negato o leso è buona prassi non rimanere in silenzio. Il rischio è di essere complici di un sistema malato. Tra gli slogan di ieri “Mai più croci in sanità”, il riferimento è al Manager Ferdinando Croce, raggiunto già da un provvedimento di revoca con sospensione. I ragazzi scesi in piazza avevano contenuti e pure proposte, a cominciare dalla richiesta di far funzionare e bene la Pediatria dell’ospedale Abele Ajello. In maniera diretta e senza formalismi hanno ribadito che il diritto alla salute non è un privilegio, ma una condizione essenziale per vivere la vita.
Oltre il sit-in
La protesta non è solo un momento di rabbia ma è chiaramente la richiesta di partecipare al dibattito pubblico, essere ascoltati per contribuire alla costruzione di un sistema sanitario che tenga conto pure delle loro richieste, perché la salute non può essere una questione di codice postale. Bisogna avere il diritto di curarsi qui e non migrare per ricevere adeguate cure. E’ partito da Mazara un seme di speranza, c’è una generazione consapevole e attenta, che si fa portavoce di interessi collettivi.
Consiglio comunale Trapani
Sabato di Sanità si è parlato al consiglio comunale aperto e straordinario a Trapani. Come sempre finisce in caciara, dove c’è la politica è facile che accada. Cittadini non presenti, poca pubblicità fatta a questa seduta, dicono. Ma il fatto vero è un altro. La si smettesse ora e subito di prendere in giro i cittadini, che con la sanità ogni giorno si scontrano e non certo per piacere. Che si mettono ad aspettare l’apertura dei CUP già alle 6.30 del mattino, che subiscono la sgarbatezza e sufficienza degli uffici.
La si smettesse di fare diventare il caso referti Trapani, che c’è ed esiste, strumento di lotta politica tra fazioni avverse e nemiche. La si smettesse pure di fare i verginelli e di dire che il sistema delle nomine esiste solo ora mentre dalle altre parti, cioè a sinistra, no. Falso.
E questo gioco a lavarsi la coscienza e a puntare il dito è quanto di più scandaloso si possa fare, non ripristina alcuna verità ma inquina i pozzi. La politica, se è in grado, faccia proposte. Ne ha gli strumenti. Non si affanni ad urlare, i cittadini non se ne fanno nulla di spot e di accuse.
La precisazione dell’ASP
Durante quel consiglio comunale varie sono state le contestazioni mosse ai vertici dell’ASP di Trapani.
Dall’Azienda Sanitaria Provinciale fanno sapere di essere rimasti sorpresi dal tono e dalle parole lette su alcuni organi di stampa che riportavano quanto accaduto sabato, al consiglio comunale di Trapani: “Palazzolo, nel suo ruolo, peraltro provvisorio, dallo scorso 1 aprile, di sostituto del DG per 60 giorni, non è un soggetto politico, ma un dirigente interno dell’Azienda, chiamato in questo momento a sostituire il DG. Non è opportuno partecipare ad un Consiglio comunale, appunto perché non ha un ruolo politico (non è stato eletto), ma amministrativo e istituzionale. Questo non vuol assolutamente significare voler mancare di rispetto ad alcuno, o sfuggire al confronto istituzionale. In tale ottica però l'unica sede prevista dalla legge è quella della Conferenza dei sindaci, presieduta dallo stesso sindaco di Trapani, con i primi cittadini dei comuni capofila dei Distretti, Alcamo, Marsala, Castelvetrano e Mazara del Vallo. Conferenza peraltro svoltasi lo scorso 20 marzo, alla presenza del DG Croce. Ai direttori generali delle aziende sanitarie non compete l'interlocuzione istituzionale con la politica locale, regionale o nazionale. La politica sanitaria in Sicilia è infatti materia di stretta competenza del Governo della Regione, non dei DG”.