La vera sfida è far partire entro la fine del 2025 gli ultimi undici cantieri ancora bloccati. Solo così la Regione potrà finalmente uscire dal tunnel delle tre procedure di infrazione avviate dalla Commissione Europea – la più antica risale al 2004 – per le gravi carenze nei sistemi di depurazione e nelle reti fognarie. Sanzioni che oggi costano all’Italia circa 40 milioni di euro l’anno.
A guidare questa complessa operazione di recupero è la struttura commissariale nominata dal governo nazionale, che sta cercando di imprimere una forte accelerazione ai progetti rimasti indietro. Al centro dell’attenzione ci sono soprattutto gli interventi previsti a Palermo, destinati a trasformare radicalmente il sistema fognario della città.
Tra questi, il progetto più imponente è quello legato all’area di Fondo Verde, un’opera strategica dal valore di quasi 61 milioni di euro. «Puntiamo ad avviare il cantiere entro la fine dell’anno», ha dichiarato Toto Cordaro, sub commissario con delega agli appalti per la Sicilia Occidentale.
Per risolvere una volta per tutte le criticità che hanno portato alle sanzioni europee, il governo nazionale ha stanziato 667 milioni di euro destinati alle province di Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta. A questa somma si aggiungono altri 350 milioni provenienti da fondi comunitari, messi a disposizione dal governo regionale guidato da Renato Schifani.
Complessivamente, si tratta di un investimento da oltre un miliardo di euro che rappresenta una svolta per la Sicilia Occidentale, dove la questione della depurazione è ormai diventata una priorità non più rinviabile.