×
 
 
07/04/2025 08:00:00

Una via per Salvatore La Commare: Trapani riscrive la memoria della strage di Alcamo Diramazione

Trapani ha reso omaggio a Salvatore La Commare, vittima innocente della strage di Alcamo Diramazione del 14 luglio 1943, intitolandogli l’ex via del Ferro. Una cerimonia toccante, alla presenza delle autorità civili e militari, ha restituito dignità a una storia per troppo tempo dimenticata. Presenti alla cerimonia il viceprefetto Luciano Zanta Platamone, i sindaci di Trapani e Alcamo, Giacomo Tranchida e Domenico Surdi, studenti degli istituti Ciaccio Montalto e Nunzio Nasi, e soprattutto i familiari di La Commare.

La storia di Salvatore La Commare, d'ora in poi, sarà consultabile da chiunque grazie ad un Qr code posto vicino alla lastra toponomastica. L'uomo, all'epoca dei fatti, aveva 40 anni ed era un onesto lavoratore dell’acquedotto. Viveva a Borgo Annunziata con la moglie e i due figli. Due suoi fratelli erano caduti nella Grande Guerra. Per proteggere la famiglia dai bombardamenti su Trapani, decise di trasferirla ad Alcamo Diramazione, dove l’Aquedotto, l'ente per cui lavorava, gli aveva messo a disposizione un alloggio.

 

E proprio il 14 luglio, dopo aver svolto il suo turno di lavoro, tornò ad Alcamo Diramazione. Mentre era davanti casa, un carrettiere gli raccontò del bombardamento di un treno merci alla stazione, da cui era fuoriuscito del cibo. Spinto dalla curiosità, Salvatore si avvicinò alla stazione. Poco dopo arrivò una camionetta di Regi Carabinieri. Il comandante, senza processo, ordinò la fucilazione dei presenti, accusati di furto. Sette persone vennero uccise sul posto. Tra loro, anche Salvatore La Commare. Alcuni rimasero feriti, altri si salvarono fuggendo nel caos.

La vedova tornò a Trapani con i figli, e per decenni la vicenda rimase sepolta nel silenzio e nella paura. Solo nel 2006 il giornalista alcamese Nello Morsellino, con il libro Fra Diavolo e le stragi del dopoguerra, riportò alla luce l’eccidio. Da lì partirono nuove iniziative, come l’intitolazione di una via alle vittime da parte del Comune di Alcamo. I Carabinieri, venuti a conoscenza della strage, avviarono un’inchiesta presso il Tribunale militare. Fu accertata la responsabilità del comandante Miraglia, poi deceduto, e quindi non processabile.

Il professor Francesco Messina, testimone oculare all’epoca dei fatti, ha ricostruito l’intera vicenda nel libro La strage di Alcamo Diramazione 14 luglio 1943, presentato nel 2023 ad Alcamo e Trapani. Una memoria personale e collettiva, supportata da documenti ufficiali e testimonianze raccolte in decenni di lavoro.

"Salvatore La Commare non era solo un lavoratore, ma un uomo che cercava di salvare la sua famiglia dalla guerra. Oggi gli restituiamo l’onore che merita. È nostro dovere ricordare chi è stato colpito dall’ingiustizia e poi dimenticato" sono le parole dell'assessore Enzo Abbruscato, durante la cerimonia di intitolazione. Lo stesso sindaco Tranchida parlando ai giovani, ha poi aggiunto: "I nomi delle strade devono raccontare storie vere. Come quella di Salvatore La Commare, un cittadino che ha pagato con la vita per trovarsi nel posto sbagliato in un momento tragico. È giusto che la nostra città lo ricordi". Il sindaco ha poi sottolineato che: "anche se la strage fu opera di un ufficiale dei Carabinieri, è stato proprio l’Arma, anni dopo, a contribuire alla riapertura delle indagini. Un segnale forte della fedeltà ai valori della Costituzione".

Particolarmente emozionante la testimonianza dei familiari di Salvatore La Commare. "Ho apprezzato la presenza dei Carabinieri oggi - ha affermato il nipote - Mio nonno fu ucciso da un loro ufficiale, ma fu la stessa Arma, decenni dopo, a volere che la verità venisse fuori. Questo gesto ha un valore enorme per noi".

Il nipote ha ricordato come, per timore di ritorsioni, la famiglia avesse per anni nascosto la vera causa della morte di Salvatore, attribuendola ai bombardamenti. Solo grazie alla determinazione di uno dei fratelli, Antonello La Commare, la verità è emersa.

Il professor Messina, con emozione, a conclusione del suo intervento surante la titolazione della strada ha affermato: “Ho pubblicato il mio libro perché cercavo tre cose: capire cosa era accaduto davvero, sapere chi erano quelle vittime, e far luce su un fatto che per troppo tempo è stato taciuto. Non ho paura della verità. La verità è la verità. Oggi, finalmente, è spuntata la luce su quell’episodio”.

 



Cittadinanza | 2025-04-27 17:00:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/27-04-2025/mazara-i-giovani-cancellano-le-scritte-nazifasciste-250.jpg

Mazara, i giovani cancellano le scritte nazifasciste

Un gesto concreto per ribadire i valori della democrazia e della memoria storica. Alla vigilia dell'ottantesimo anniversario della Liberazione, i membri della Consulta dei Giovani di Mazara del Vallo hanno cancellato le scritte inneggianti al...