di Katia Regina
Jack è tornato. Anzi no, è possibile solo riascoltarlo, E ti pare poco? No, non è poco, è tanta roba. Sto parlando di un detenuto dj rinchiuso nel braccio della morte del carcere di Terre Haute nell'Indiana. Come questo sia stato possibile non mi interessa, non si chiede a un uccello come faccia a cantare, lo si ascolta e basta. Ogni giorno Jack ci racconta, durante la sua ora d'aria, tutta la rabbia che sgorga dalla solitudine di essere rimasto il solo a poter vomitare sulle nefandezze del Sistema. Solo lui può farlo, perché non ha più niente da perdere: solo una volta si può ammazzare qualcuno, anche se reitera la colpa. Avere presente quando si dice: come se non ci fosse un domani, ecco Jack incarna questo modo di dire che noi usiamo per delle idiozie. È buffo, a pensarci bene, perché tutti abbiamo i giorni contati, dal primo vagito in poi parte il countdown della condanna a morte, solo che nessuno ce lo ricorda ogni singolo giorno, e così ci illudiamo di essere immortali.
Ma di che diavolo sta parlando? - dirà qualcuno. Scusate, avete ragione, non bisogna mai dare per scontato che tutti conoscano Jack Folla, anche se qualcosa mi dice che chi segue la mia rubrica ne ha sentito parlare di questo tizio che esiste solo nella testa di Diego Cugia. E ora chi diavolo è quest'altro? Va bene, vi dico pure chi è Diego Cugia; non farò l'elenco di quello che ha fatto nella sua vita, quello lo trovate su Wikipedia, proverò a dirvi ciò che ha rappresentato per quelli della mia generazione. Negli anni 90 su Radio 2 andava in onda un programma di poco meno di un'ora, alle ore 15:05, ebbene molti di quanti oggi vengono definiti boomer aspettavano quell'appuntamento come si aspetta l'incontro con un amante. La stessa agitazione, la stessa scarica di adrenalina: cosa mi racconterà oggi Jack, che musica mi farà sentire? Non sbagliava mai un colpo, per questo era meglio di certi amanti. L'amplesso tra neuroni è potente, sinapsi in delirio, impazzite come palline in un flipper doppato.
Questa è solo la premessa, l'intro del brano, quello su cui il dj può ancora parlare, ora parte il testo, tutti zitti, questa è la prima puntata, quella del 21 settembre 1998
Ebbene, ora lo conoscete anche voi, lo dico a quelli che mi chiedevano di cosa stessi parlando. Ora conoscete anche il sito dove poter ascoltare tutte le puntate, ma non solo, trovate un sacco di altra roba imperdibile. Se non vi è piaciuto pazienza, Jack sa bene che è persino pericoloso piacere a tutti, io non mi offendo, tranquilli, ho smesso da tempo di agitarmi per certe cose.
Un articolo insolito questa settimana, multimediale direi, perché anche se sono una boomer lo so che le cose sono cambiate e provo a starci dietro.
Ma in questa rubrica si parla anche di libri, e Diego Cugia ne ha scritti tanti, trovate l'elenco sulla rete, se vi interessa. Da qualche settimana è uscito il suo nuovo romanzo: Il principe azzurro, da cacciatore instancabile di storie è riuscito a restituirci una vicenda realmente accaduta rendendola magica. È la storia di Corradino di Svevia, il principe italo-tedesco che a soli sedici anni, nel 1266, scese in Italia a capo di un esercito per renderla unita e libera dal papa e dalle potenze straniere, con mezzo millennio d’anticipo su Garibaldi.
Lo dico a quei quattro lettori forti che ci sono rimasti, quelli che combattono insieme agli eroi dei libri che leggono e si riconoscono pure nell'antieroe sconfitto, perché sono ancora capaci di provare compassione per le umane debolezze.
Più che una segnalazione questa volta ho proprio fatto un'elegia di Diego Cugia, allora proverò a bilanciare, magari questa parte piacerà meno a Diego, ma tant'è, è stato anche lui a insegnarmi la schiettezza. Lo straordinario successo di Jack Folla non è solo merito dei testi, la voce del grande doppiatore Roberto Pedicini ha avuto un ruolo fondamentale, ancora oggi quando mi capita di sentire un personaggio doppiato dalla sua voce ho un sussulto... Jack, la voce di Jack. E meno male, lasciatemelo dire, se Diego Cugia avesse avuto in dono pure quella voce sarebbe stato un vero oltraggio, un'ingiustizia, un'istigazione alla follia.