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03/04/2025 08:15:00

Corruzione al Comune: per l'ex dirigente Fiocca le carte passano alla Procura di Marsala

Per l’ex ragioniere capo del Comune di Marsala Nicola Fiocca la palla passa alla Procura di Marsala. Il Tribunale di Palermo ha, infatti, accolto l’eccezione di “incompetenza territoriale” avanzata, lo scorso 4 novembre, dall’avvocato difensore Paolo Paladino per il 69enne ex alto funzionario del Comune lilybetano, imputato nel processo scaturito dall’inchiesta dei carabinieri di Partinico sulla cooperativa “Nido d’Argento”, che secondo l’accusa si sarebbe aggiudicata appalti nel settore dei servizi sociali in alcuni Comuni siciliani (Agrigento, Gela, Marsala) corrompendo funzionari con denaro o assunzioni e regali (gioielli, olio e altro).

Le carte relative all’ex alto funzionario comunale marsalese saranno adesso trasmesse alla Procura di Marsala, che dovrà valutare se chiedere il rinvio a giudizio, riavviando l’iter del procedimento penale. Con un inevitabile slittamento in avanti dei tempi. Rimangono imputati davanti il Tribunale di Palermo tutti gli altri. E cioè Maria Pia Falco, 58 anni, all’epoca dei fatti funzionaria del settore Servizi sociali del Comune di Marsala (per lei, tornata in libertà lo scorso novembre dopo sette mesi di arresti domiciliari, l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dall’avvocato Duilio Piccione è stata respinta), Giuseppe Chiaramonte, di 46, dipendente della coop Nido d’Argento, l’ex sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo, di 54, Antonio Geraci, di 61, anche lui di Partinico, presidente della commissione aggiudicatrice di una gara bandita dal Comune di Gela, e la cooperativa in quanto società. Lo scorso anno, hanno chiesto di patteggiare la pena il responsabile della coop, Giuseppe Gaglio, 62 anni, di Partinico, Massimiliano Terzo, 44 anni, di Monreale, e Francesco Chiavello, di 62, di Partinico. Con l’abbreviato, invece, hanno deciso di farsi processare Michela Sclafani, 62 anni, e suo marito Giovanni Dalia, di 69, entrambi palermitani, e Gaetano Di Giovanni, 60 anni di Raffadali, comandante della polizia municipale e capo di gabinetto del sindaco di Agrigento. Giuseppe Gaglio aveva esteso i suoi interessi in mezza Sicilia grazie, secondo gli inquirenti, alle mazzette garantite a politici e burocrati dei diversi Comuni.

All’epoca dei fatti, Maria Pia Falco era in servizio al settore Servizio sociali del Comune di Marsala e fu trasferita ad altro settore (Affari legali) proprio a causa di questa indagine. Per gli investigatori, la Falco sarebbe stata completamente asservita alla coop di Partinico. Dalla documentazione sequestrata al Comune e dalle conversazioni fra i responsabili della coop, in particolare Giuseppe Gaglio, e la funzionaria è emersa una fitta rete di rapporti, con incontri anche a pranzo e a cena in ristoranti di Marsala e Trapani. In alcuni casi, si evincerebbe dalle intercettazioni, la richiesta di denaro sarebbe avvenuta in maniera “sfacciata”. Le attività della Falco in favore della coop avrebbero riguardato il servizio “Home Care Premium” (assistenza domiciliare disabili), la procedura per l’affidamento del centro ricreativo “Helios” e la co-progettazione del fondo povertà. Intanto, intuendo i pericoli cui poteva andare incontro, la funzionaria cercava anche di eliminare qualche prova.

“Facciamo come per i servizi segreti, distruggi questa mail” scriveva la Falco, definita perfino “stipendiata” in un’intercettazione da uno degli imprenditori da lei favoriti, viste le elargizioni ricevute. La mail che la Falco cancella è del 5 aprile 2022, ma i carabinieri l’hanno trovata nei dispositivi del destinatario: una dipendente della Nido d’Argento. Nel frattempo, la dipendente comunale, visto l’interesse di alcuni media locali sugli appalti dei Servizi sociali, se la prende anche con loro, parlando di “pseudo giornalisti” e suggerendo di “ammortizzare la situazione… Giuseppe deve intervenire…”. La Procura di Palermo ritiene di avere le prove della consegna a Maria Pia Falco di 1200 euro nel 2020 e di altre somme nel 2021. E si sarebbe anche appropriata (non è chiaro se diviso con altri) di 28.344,75 euro, somma residua del servizio Home Care Premium. Da dirigente dei Servizi sociali, Nicola Fiocca, secondo l’accusa, sarebbe stato complice nelle illegalità.



STUDIO VIRA | 2025-04-09 10:50:00
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