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02/04/2025 21:52:00

Giulia Adamo: "Sui Capannoni Nervi e l'ex idroscalo di Marsala, ecco come andarono davvero le cose"

 Con una lettera inviata alla redazione di Tp24, l’ex sindaco di Marsala Giulia Adamo interviene nel dibattito sulla vicenda dei Capannoni Nervi e dell’ex idroscalo di Marsala, rispondendo alle considerazioni espresse nei giorni scorsi dal nostro collaboratore Vittorio Alfieri.

Alfieri, nel suo articolo, aveva criticato l’abbandono di una delle opere architettoniche più importanti della Sicilia occidentale — i Capannoni progettati dall’ingegnere Pier Luigi Nervi negli anni ’30 — e lamentato l’assenza di una visione strategica da parte della politica locale, che oggi sembra rinunciare alla loro valorizzazione, preferendo puntare su un nuovo idroscalo.

Giulia Adamo, nel ricostruire i passaggi istituzionali, rivendica invece l’impegno della Provincia di Trapani, all’epoca da lei guidata, nel tentativo di recuperare e riutilizzare l’area degli ex hangar. “Ho apprezzato la passione civile di Vittorio Alfieri”, scrive l’ex sindaco, “ma è giusto ricordare che durante la mia gestione alla Provincia avevamo messo in campo una serie di interventi concreti per la valorizzazione dell’area dei Capannoni”.

Nella documentazione allegata da Adamo, si fa riferimento alla delibera n. 314 del 25 luglio 2005, con la quale la Provincia approvava un progetto definitivo che prevedeva non solo il recupero strutturale degli edifici, ma anche la riqualificazione dell’area con l’inserimento di pontili galleggianti, spazi interni per attività culturali, e persino l’escavazione di un canale di navigazione. Il progetto includeva una dettagliata relazione diagnostica-strutturale, prove dinamiche, rilievi e modellazioni 3D, e fu corredato da tutti gli elaborati grafici necessari.

Il 14 settembre 2005, l’Agenzia del Demanio e la Provincia Regionale di Trapani firmarono un verbale di consegna per l’avvio della messa in sicurezza dell’area. L’iter, sottolinea Adamo, fu poi ostacolato da passaggi successivi non imputabili all’amministrazione provinciale, che nel frattempo aveva ottenuto un finanziamento da un milione di euro per il recupero degli edifici dall’Istituto per il Credito Sportivo.

Un elemento interessante è che la ristrutturazione degli alloggi, prevista dal progetto, sarebbe stata affidata a soggetti privati tramite bando di gara, secondo il principio del project financing, mentre la progettazione era stata curata dai tecnici provinciali in collaborazione con gli uffici dell’allora Assessorato al Territorio e Ambiente.

“In quegli anni – aggiunge Adamo – il vero ostacolo fu il cambio dei rapporti tra enti pubblici e la progressiva dismissione delle competenze delle Province. Oggi la vicenda viene raccontata in modo distorto, ma è giusto ricordare che avevamo già fatto molto”.