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30/03/2025 06:00:00

Il costo enorme delle diagnosi errate

 Il rapporto dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) affronta in modo dettagliato un tema troppo poco discusso: l'impatto economico e umano degli errori nella diagnosi medica.

Secondo l’OCSE  fino al 15% delle diagnosi effettuate nei Paesi membri è errata o avviene troppo tardi.

Questo dato si traduce in sofferenze per i pazienti ma anche in costi elevatissimi per i sistemi sanitari. L'organizzazione stima che il peso economico complessivo di questi errori possa raggiungere il 17,5% della spesa sanitaria, pari a circa 1,8% del PIL .

Quindi si tratta di un problema clinico e di una voragine per le casse pubbliche.

Che cos’è l’errore diagnostico

Il rapporto li suddivide in tre categorie principali:

  • Sovradiagnosi: quando si individuano malattie che non avrebbero mai dato sintomi o problemi. È il caso, ad esempio, di alcuni tumori diagnosticati grazie a screening sempre più precoci, che però portano a trattamenti inutili e a volte dannosi.

  • Sottodiagnosi : quando la malattia non viene riconosciuta o viene liquidata come qualcosa di meno grave. Succede spesso con i disturbi psichiatrici o con patologie nuove e complesse come il Long COVID.

  • La diagnosi è errata: quando si individua la malattia sbagliata, portando il paziente su un percorso terapeutico inefficace o addirittura nocivo.

A essere particolarmente a rischio sono le patologie complesse e “silenziose” come la sepsi, le malattie rare, i tumori a sviluppo lento, i problemi cardiovascolari nei giovani e le sindromi post-virali.

Diagnosi e fasce sociali

Non tutti i cittadini hanno le stesse probabilità di ricevere una diagnosi corretta, secondo l'OCSE chi appartiene a fasce sociali più deboli, con minore accesso a cure specialistiche, ha un rischio maggiore di sottodiagnosi. Al contrario, chi può permettersi più visite ed esami rischiando una sovradiagnosi, spesso guidata da una medicina sempre più difensiva e tecnologica, ma non sempre efficace.

Gli interventi da fare

Si tratta di investimenti concreti che riguardano ospedali, professionisti e pazienti stessi. Tra questi:

  • Migliorare la formazione clinica, includendo il tema dell'errore come parte integrante del percorso di crescita professionale;

  • Coinvolgere di più i pazienti, rendendoli partecipi del processo diagnostico e informandoli sui rischi legati a diagnosi eccessive o mancate;

  • Utilizzare meglio le tecnologie digitali, incluse le soluzioni di intelligenza artificiale, ma sempre con validazioni rigorose;

  • Creare linee guida e standard nazionali per garantire uniformità nella lettura dei test e nella comunicazione delle diagnosi;

  • Costruire sistemi integrati di raccolta dati, per monitorare in modo trasparente e costante la qualità delle diagnosi.

Il Servizio Sanitario Nazionale, già messo alla prova dalla pandemia e dalla carenza di personale, deve affrontare il nodo della sicurezza diagnostica con urgenza. Aumentare il tempo a disposizione dei medici per i colloqui con i pazienti, rafforzare l'assistenza territoriale e valorizzare la medicina generale sono solo alcuni dei tasselli necessari.

Per costruire un sistema dove l’errore è limitato serve un investimento condiviso da tutti gli attori della sanità: istituzioni, professionisti e cittadini.

"Investire nella diagnosi sicura - conclude il rapporto - è una scelta lungimirante, perché salva vite, migliora la qualità dell'assistenza e consente di risparmiare risorse preziose".



Sanità | 2025-04-02 06:00:00
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