
Tutte le tappe dello scandalo referti all'Asp di Trapani
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Il 26 febbraio del 2025 scoppia lo scandalo dei ritardi della refertazione istologica all’ASP di Trapani. E scoppia il caso solo perché ci sono delle persone che hanno denunciato alle competenti sedi il danno subito. C’è una paziente 0, la professoressa Maria Cristina Gallo, che attende 8 mesi per avere un istologico, per poi scoprire di avere un cancro al quarto stadio, con metastasi ai polmoni. La lotta contro la morte inizia.
Il caso assume una portata nazionale, il 4 marzo il Direttore generale dell’ASP, Ferdinando Croce, è convocato a Palermo dal presidente della Regione Renato Schifani: i numeri sulla refertazione in arretrato non corrispondo a quelli poi appurati il 5 marzo, esattamente il giorno dopo, quando il Direttore sanitario, Danilo Greco, presenta 3313 referti da processare all’assessora Daniela Faraoni.
L’indomani, 6 marzo, parte la task force per refertare tutto l’arretrato entro il 14 marzo, tempistica rispettata. Il quadro che emerge tragico: 206 tumori, 46 relativi al 2024, 160 al 2025. Si mette in moto la macchina per richiamare i pazienti e consegnare l’infausta notizia.
Le ispezioni
Il 28 febbraio, 2 giorni dopo lo scandalo emerso, scatta la prima ispezione regionale, gli ispettori avevano il compito di verificare i fatti e fornire un quadro dettagliato ed esaustivo dell’organizzazione.
Dalla relazione regionale esce un dato forte: i medici di Anatomia Patologica, seppure sotto organico, hanno lavorato poco. Per gli ispettori “emerge un evidente sottodimensionamento dei carichi di lavoro”. Sette in totale le contestazioni mosse: ritardi nelle nomine e mancato coinvolgimento del responsabile del rischio clinico; carenza di anatomopatologi e sottoutilizzo del personale; sottodimensionamento dei carichi di lavoro; assenza di linee guida e protocolli operativi; mancata centralizzazione del servizio di anatomia patologica; tempi di refertazione molto più lunghi rispetto agli standard regionali; organizzazione interna inadeguata.
Il 18 e 19 marzo sono arrivati poi gli ispettori inviati dal ministero della Salute, la cui relazione non è ancora arrivata alla Regione, ha chiesto delle integrazioni che sono state fornite dall’ASP.
Tutte le tappe
Nel 2023 il primo campanello di allarme lo ha lanciato Maria Grazia Furnari, Direttore sanitario di allora, il commissario Vincenzo Spera, viene messo a conoscenza in un secondo momento. La Furnari chiede prima una accelerazione della refertazione, poi l’accorpamento dei due reparti di Anatomia Patologica, quello di Castelvetrano con quello di Trapani. Tutto resta però invariato.
Il primo febbraio 2024 arriva nella veste di nuovo commissario Ferdinando Croce, diventa Direttore generale nel giugno del 2024. Convoca la prima direzione il 14 febbraio, nessun capo dipartimento ha palesato la gravissima criticità della refertazione. Il medico di chirurgia generale di Mazara del Vallo, Pietro Piazza, ha scritto solo nel mese di maggio 2024.
A Luglio, il 18, Croce scrive ufficialmente alla Pianificazione strategica e all’assessore alla Salute per chiedere aiuto. Rispettivamente nè Salvatore Iacolino e nemmeno Giovanna Volo rispondono, quindi Croce procede con l’esternalizzazione del servizio ma prima ancora con un atto di interpello a tutte le ASP siciliane e aziende ospedaliere per chiedere di inviare i vetrini da processare. Nessuno risponde, tranne Catania. Nemmeno l’ASP di Palermo, che allora era guidata da Daniela Faraoni, che oggi è la nuova assessora alla Salute, di fatto la delega viene esercitata da Schifani.
A gennaio 2025 si continua con le convezioni con Catania, con la esternalizzazione e con i bandi di concorso per medici di Anatomia Patologica.
Le colpe dei reparti
Un concorso di colpe che non può salvare i medici che avevano l’obbligo di richiamare alla refertazione, di denunciare spintamente i ritardi.
Il reparto di Anatomia Patologica di Castelvetrano viene chiuso il 19 novembre 2024, su disposizione di Croce, proprio per le gravi carenze. L’Unità di Castelvetrano, guidata allora da Domenico Messina, di cui nessuno parla ma ha evidente parte attiva in questa catena dei fatti, non dialogava con l’Unità complessa di Trapani. C’è di più: le due Anatomie patologiche non avevano mai attivato la funzione ALERT del sistema informatico di gestione dei dati ATHENA, grazie al quale si sarebbe subito segnalato il ritardo nella processazione dell’esame. La mancata attivazione è dovuta ad una singolare decisione presa in solitaria, senza mai comunicarlo ai vertici dell’ASP, direttamente dai reparti in questione.
Ancora si evince dalle integrazioni che la maggior parte di arretrati era concentrato al laboratorio di Castelvetrano. I dati sono questi: 3.112 casi in sospeso, la data è quella del 9 luglio del 2024, 740 erano stati presi in carico da Trapani e 2.372 dall’ospedale di Castelvetrano.

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