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28/03/2025 06:00:00

Scandalo referti. Parla Maria Cristina Gallo: "Il vero cancro ce l'ha la nostra sanità"

“Scalo una montagna”, così Maria Cristina Gallo ha iniziato a raccontarci della sua malattia e del suo calvario. Era il 14 dicembre del 2023 quando è stata operata per un fibroma presso il reparto di Ginecologia di Mazara del Vallo, una donna molto attenta alla prevenzione, che ha deciso di farsi operare nonostante il medico le avesse suggerito di no, non si trattava secondo il camice bianco di una massa maligna e quindi pensava che si riassorbisse.


La professoressa Gallo ha insistito con l’operazione e l’isterectomia, la massa prelevata è andata per la refertazione all’ospedale di Castelvetrano, all’Anatomia Patologica.

Il medico non ha messo l’urgenza nella richiesta di refertazione, anche se ad oggi, a dati consegnati in estremo ritardo per altri 206 pazienti, quella urgenza non avrebbe cambiato l’iter della malattia.

Dopo un mese la Gallo si è sottoposta a controllo ma il referto non era ancora pronto, siamo sempre nell’estate del 2023.
Una nota appare assai deprecabile: il personale infermieristico non appare mai cortese ma indisposto pure alle continue richieste sulla necessità di avere notizie del referto.

Il personale sanitario tutto non può e mai dovrebbe essere indisponente avere toni di sufficienza e pressappochismo. Per di più hanno fatto intendere alla signora Gallo che se un referto non viene consegnato nei tempi è perché non c’è nulla di cui preoccuparsi.

Nel mese di agosto la paziente 0, perchè tecnicamente la Gallo è questo per lo scandalo scoppiato e che ha travolto l’ASP di Trapani, ha un violento mal di pancia, decide a quel punto di sottoporsi privatamente, e quindi a pagamento, a una ecografia e a una tac, lì scopre che c’è qualcosa di molto serio che non va.

Le richieste ufficiali
Si attiva subito per avere consegnato il referto, sono 4 le lettere inviate dal suo legale, con relative diffide, ma le risposte sono state un continuo rimpallo di responsabilità tra gli uffici dell’ASP e l’ospedale di Mazara. Varie le pec inviate pure ai sindaci, all’ASP, ai direttori sanitari i primi di novembre 2024. Rispondono solo alla quarta pec indicando la disponibilità del referto con diagnosi che non lascia scampo: un cancro in metastasi. Quarto stadio, cioè ha raggiunto già i polmoni.

La fuga a Milano
La Gallo non si fida più della sanità sotto casa, decide di affidarsi al centro nazionale tumori di Milano, che ha prontamente rifatto un esame istologico e quindi l’inizio subito della chemio terapia.
La paziente si era sottoposta a tac in Sicilia due mesi dopo l’operazione, quindi giugno 2023, da quell’esame non emerge alcuna metastasi ai polmoni. Pertanto l’effetto tempo, 8 mesi lunghissimi in attesa del referto istologico, ha portato la malattia a colpire i polmoni.
La professoressa Gallo vola ogni settimana a Milano per sottoporsi alla chemio terapia, ne ha fatte in totale 18, ne dovrà fare ancora 6: “Sono fuggita a Milano perché ho capito che qui non ne sarei uscita. A Milano c’è una attenzione massima per la persona. Non intendo andare contro i medici siciliani, che vivono condizioni di lavoro poco umane, a Milano la maggior parte dei medici sono meridionali, i nostri medici vanno via perché sono soffocati dal sistema malato”.
Questa è la grande differenza che da anni si denuncia tra la sanità siciliana e quella del Nord. Eppure la Gallo decide a fine terapia di riprendere un aereo e tornare a Mazara, a casa, per stare vicino ai figli e al marito, insieme stanno affrontando la malattia e anche il peso psicologico di tutto quello che è avvenuto.
Nessuno intanto della Regione o dell’ASP si è mai fatto sentire con la Gallo per mostrare vicinanza e porgere le doverose e attente scuse.

 

La voce della Gallo: la disumanità uccide più del cancro
E’ una lezione altissima di dignità umana e di etica quella che la signora Gallo consegna a noi e a tutti: “La mia voce si alza oggi in maniera pacata ma molto sconfortata. Ho fatto la denuncia per dovere morale, chi conosce diventa responsabile. La conoscenza è coscienza e comporta responsabilità, se so e faccio poco questa rimane una colpa grave. Il malato è un fragile”.
C’è una componente psicologica importante ed una emotività forte che deve essere veicolata, non c’è rabbia nella voce della Gallo, il tono è sempre pacato ma mai rassegnato. E’ un passo verso la giustizia sociale che deve riguardare tutta la Sicilia e non solo il territorio di Trapani. Nessuna vendetta: “Sono libera dalla rabbia e dalla vendetta, non me lo posso permettere. Ho scelto la lotta per senso di giustizia e si può praticare la giustizia per il futuro. Questa fiacchezza che c’è adesso e questo rimando delle colpe è una atrofia morale. La disumanità uccide più del cancro. La nostra sanità ha il dovere di fare prevenzione ma se poi non referto è tutto inutile, l’uno annulla l’altro. Credo che una ASP ha il dovere della efficacia e dell’efficienza della pratica. L’umanità è il rispetto delle persone”.

L’appello
E’ senza filtri la professoressa Gallo che invoca un cambio di passo immediato per il futuro: “Occorre un cambiamento radicale e immediato, questo cambiamento deve avere come primo passo l’ammissione di responsabilità. Ammettere di non avere fatto abbastanza, dire che si poteva fare subito di più, questo scarica barile è deleterio, è peggio del cancro. Se non si prende coscienza e non si da conoscenza dei fatti come può cambiare il nostro sistema? Il cancro vero ce l’ha la nostra sanità, siamo tutti soggetti a metastasi. La malattia è democratica”.