
Liste d'attesa. Non c'è solo la Sicilia. Schillaci alle regioni: "Situazioni indegne"
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Orazio Schillaci, ministro della Salute, non regge più il lassismo delle Regioni sul tema delle liste d’attesa, che mettono in ginocchio la sanità pubblica.
Trapani brucia ancora, lo scenario venuto fuori ha avuto una risonanza mediatica nazionale, i malati raccontano una triste e bruttissima storia di malasanità. Sono 206 persone, che portano un nome e un cognome, sul loro destino anche la lotta contro il tempo. Il Ministro Schillaci richiama le Regioni: “I recenti dati emersi dalle ispezioni condotte dai Carabinieri del Nas tra ottobre e dicembre 2024 rivelano una situazione che non possiamo più tollerare: il 27% delle strutture sanitarie ispezionate presenta ancora irregolarità gravi. Persistono agende chiuse arbitrariamente, liste d’attesa gonfiate, sistemi di prenotazione frammentati e pratiche opache che ostacolano l’accesso alle cure”.
La lettera
Si tratta della seconda in pochi mesi, la prima nel mese di ottobre 2024, Schillaci non lascia spazio di manovra e impone rigore: “Le irregolarità documentate, dalle liste d'attesa artificialmente gonfiate alle agende chiuse arbitrariamente fino alle prenotazioni gestite con elenchi cartacei invece di piattaforme digitali centralizzate, sono pratiche inaccettabili che minano alla base la credibilità e l'efficacia del nostro servizio sanitario nazionale”. Il riferimento al caso Trapani appare pure chiaro: "Non è più sostenibile che in alcune regioni le liste siano ancora immotivatamente e illegalmente chiuse costringendo i cittadini a rivolgersi ai media per veder garantito un proprio diritto costituzionale. Ho fatto il medico per oltre trent'anni nel sistema sanitario pubblico…Tuttavia questi fattori non possono in alcun modo giustificare comportamenti che compromettono il diritto alla salute dei cittadini: medici che si rifiutano di rendere disponibili le proprie agende di lavoro al sistema di prenotazione unificato; professionisti che limitano la propria attività nel servizio pubblico privilegiando quella privata in intramoenia creando un così un sistema a due velocità; dirigenti che non esercitano i dovuti controlli su situazioni che le ispezioni dei Nas hanno dimostrato essere diffuse e sistematiche”.
L’esempio virtuoso
E’ il Lazio ad applicare il rispetto rigoroso delle norme: “i tempi medi di attesa sono passati da 42 giorni nel 2023 a soli 9 nei primi mesi del 2025”.
Schillaci si dice poi “dispiaciuto nell'apprendere che a tutt'oggi non sia stata ancora calendarizzata la discussione in Conferenza Stato-Regioni del decreto attuativo che prevede in caso di inadempienza regionale l'attivazione di poteri ministeriali sostitutivi” e ne chiede l’immediata calendarizzazione sottolineando che: “La vigilanza è e deve restare in capo ad ogni regione ma la negligenza e la mancata applicazione delle leggi non possono più essere tollerate”.

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