Stiamo qui sempre a ripetercelo, che al sud leggiamo poco. E non discutiamo mai dei fattori, o del contesto. Come l’accesso ai libri per esempio, che di certo non è un punto marginale. Ecco, l’ultimo studio di AIE (Associazione Italiana Editori) parte da un’intuizione del genere. E perciò non si limita a fornire percentuali secche del numero di lettori nel meridione – percentuali impietose, questo bisogna dirlo. Ma approfondisce anche il resto: come il numero di iniziative culturali nel sud e nelle isole, la distribuzione delle librerie o anche il patrimonio bibliotecario. Il confronto con il centro nord non gioca mai a nostro favore, però – almeno in questo caso – i dati aprono uno spiraglio. Tanto che persino la ricerca ha un titolo ottimista. “Per una primavera della lettura al Sud”, si legge in prima pagina. Perché di modi per far crescere culturalmente il Meridione ce ne sono, se solo li si vuole mettere in pratica.
I dati, e il confronto impietoso con il Nord
La ricerca di AIE è stata condotta con Pepe Research, tra ottobre e novembre 2024. Il campione è ampio: 4500 intervistati, dai 15 anni in su. Lo studio però mette a confronto dati aggregati, e perciò ci mostra da un lato i dati di sud e isole – insieme – e dall’altro i dati del centro nord.
Il gap di lettura, se così lo si può definire, è subito evidente. Nel sud e nelle isole, soltanto il 62% della popolazione ha letto almeno un libro nell’ultimo anno. Nel centro nord, i lettori sono il 77% della popolazione totale. È uno stacco di quindici punti, questo gap, che per altro si fa ancora più profondo in Sicilia, dove la differenza arriva fino ai 17 punti percentuale.
La distribuzione dei lettori nelle diverse fasce d’età non è però omogenea, e questo è un dettaglio che fa ben sperare. Perché, dati alla mano, i giovani meridionali leggono e tengono alta la percentuale complessiva dei lettori. Se la media di sud e isole è del 62%, questa sale se consideriamo i lettori dai 15 ai 17 anni (86%) e i lettori dai 18 ai 24 anni (79%).
Ma non basta contare il numero di lettori
Fermarsi al numero lettori rischia però di limitare una possibile riflessione sul tema. E infatti la ricerca di AIE considera altri due metriche utili: il numero di libri letti e la frequenza di lettura. Che, in verità, seguono entrambe la tendenza nazionale seppur con segnali di maggiore fragilità. Nel sud e nelle isole, infatti, si registra una più alta percentuale di lettori occasionali, ovvero lettori che si limitano a leggere da 1 a 3 libri in un anno (37% sul totale di lettori). In ogni caso, la percentuale di lettori abituali (da 7 a >12 libri in un anno) del meridione è in linea con il centro nord: parliamo di un 8% contro il 10%, un divario minimo.
Un dato interessante riguarda poi il tempo dedicato alla lettura. Nel sud e isole soltanto il 57% dei lettori legge con frequenza settimanale (nel centro nord è il 66%), mentre il tempo medio dedicato alla lettura in una settimana è di 2 ore e 18 minuti (contro le tre ore del centro nord). Solo trenta minuti di scarto, che bastano però a raccontare un diverso rapporto con la lettura, ma anche con il proprio tempo libero. Che, in linea di massima, dovrebbe essere uguale da nord a sud, in altre parole della stessa durata; ma chissà se lo è davvero (pesano qui i carichi di lavoro, quelli familiari, le condizioni economiche: tutti aspetti su cui lo studio non indaga).
Pochi libri, poche occasioni di crescita culturale
Ma come avvicinarsi ai libri, se l’accesso alla lettura è – se non precluso – difficile? Basti pensare alle biblioteche, che nel sud e isole sono diffuse come nel resto d’Italia (l’indice è di 0,11 biblioteche per mille abitanti, rispetto a una media italiana di 0,12), ma il cui catalogo risulta carente.
Lo studio di AIE sottolinea infatti come il patrimonio bibliotecario sia decisamente sottodimensionato, nel meridione: 1763 libri per mille abitanti contro 3244 volumi disponibili nel centro nord. E niente viene detto sulla qualità dei libri a disposizione, o sul fatto che le biblioteche – soprattutto quelle comunali o regionali, che in Sicilia rappresentano la maggioranza – sono spesso soltanto archivi storici o luoghi di conservazione.
Non a caso, al sud e nelle isole, le biblioteche non vengono frequentate. In Sicilia per esempio, su ogni mille abitanti, si registrano circa cento accessi o poco meno. La media italiana è di 568 accessi; al centro nord sono 774.
Esiste insomma una distanza tra abitanti di sud e isole e luoghi culturali, un disallineamento che forse – viene da pensare – potrebbe essere legato a un modo di pensare alla cultura, un modo istituzionale di pensare alla cultura, che è lontano dai bisogni (culturali) della gente.
E infatti è così che si chiude la ricerca di AIE e Pepe Research: con un focus sull’insoddisfazione. Perché quasi l’80% e oltre della popolazione si ritiene insoddisfatto dell’offerta culturale nel meridione, un’offerta che non necessariamente deve limitarsi ai libri ma che poi ai libri torna, se consideriamo – com’è giusto che sia – la lettura come base della crescita culturale. «Mi piacerebbe ci fossero più attività culturali» allora rispondono i giovani, ma anche gli adulti e gli anziani. Un desiderio che abbraccia il teatro, le mostre d’arte, la musica e tutto ciò che fa cultura.
Proprio in questo desiderio si apre lo spiraglio, quello della “primavera della lettura” secondo le parole di AIE. Una primavera possibile soltanto quando questo desiderio sarà ascoltato. E messo al di sopra delle logiche del profitto, che spesso al Sud trasformano la cultura nell’ennesimo terreno di speculazione.
Daria Costanzo