Quantcast
×
 
 
26/03/2025 06:00:00

Fondi a rischio, la Sicilia in ritardo sul Pnrr: Schifani minaccia sanzioni ai dirigenti

 Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana, ha convocato gli assessori della sua giunta per il 31 marzo, insieme a loro i dirigenti generali dei dipartimenti coinvolti nell’attuazione degli interventi finanziati non solo dal Pnrr ma anche dal Piano nazionale complementare. Ritardi nell’attuazione di questi strumenti stanno portando ad una serie di criticità per l’attuazione dei progetti.

Per il governatore “Il mancato adempimento degli obblighi connessi alla realizzazione degli investimenti sarà rilevante ai fini della valutazione dirigenziale e per l’eventuale risoluzione del rapporto di lavoro, come già previsto dalla mia direttiva dello scorso dicembre sugli indirizzi per l’attività amministrativa e gestionale per il 2025”.
Il rischio insomma è quello di perdere dei fondi: “Non possiamo permetterci che risorse destinate allo sviluppo della Sicilia tornino indietro”.
Venerdì scorso Schifani ha incontrato il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue e Commissario europeo per la coesione e le riforme, Raffaele Fitto. Durante la visita di Fitto sono stati affrontati i temi legati al programma Fesr Sicilia 2021-2027 e allo stato di avanzamento del Pnrr.

Il monitoraggio e i ritardi
La cabina di regia del PNRR è coordinata dal segretario generale della Regione, Margherita Rizza, ed emerge, già da febbraio 2025, una serie di ritardi sia nei sistemi di gestione che nella bassa percentuale di spesa.
Sono 13 le misure specifiche che sono riconducibili a 10 dipartimenti e che presentano molte difficoltà già nel raggiungimento dei target previsti per l’anno in corso. Si tratta nello specifico di: centri di facilitazione digitale e i programmi per valorizzare l’identità dei luoghi, parchi e giardini storici (in capo al dipartimento della Formazione professionale); il programma Gol (Lavoro, Famiglia e Formazione); il sistema duale (Istruzione); la tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale (Beni culturali); il rinnovo del parco ferroviario regionale e l’acquisto di autobus extraurbani (Infrastrutture); l’elettrificazione delle banchine del porto di Siracusa (Energia); investimenti in infrastrutture idriche primarie (Acqua e rifiuti); i corsi di formazione in infezioni ospedaliere (Pianificazione strategica); l’adozione del fascicolo sanitario elettronico (Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato sanità).

Il M5S
Roberta Schillaci, vice capogruppo del Movimento Cinquestelle all’Assemblea regionale siciliana, ha fatto un duro attacco al governo regionale: “La Sicilia guidata dal centrodestra è la lumaca dell’intera Unione europea per l’utilizzo dei fondi strutturali con poco più di 180 milioni di euro spesi su 7,3 miliardi disponibili. Mentre la Regione dovrebbe accelerare gli investimenti in tanti settori strategici, energia, infrastrutture, agricoltura, turismo, imprenditoria e welfare, ci troviamo davanti ad un quadro desolante per l’assenza di programmazione e uno stato di avanzamento della spesa sul Fsc dell’1,82%. C’è un rischio concreto di disimpegno dei fondi e di una conseguente restituzione degli stessi a Bruxelles, il presidente Schifani coinvolga subito il parlamento regionale su un piano di impegni e spesa comunitari credibile”.