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25/03/2025 06:00:00

Cittadella dello Sport a Trapani: è scontro aperto tra Antonini e il sindaco Tranchida

 

C’eravamo tanto amati. Ma ora tra il romano Valerio Antonini, padrone del Trapani Calcio, dei Trapani Shark e anche dell'emittente locale Telesud, e il sindaco Giacomo Tranchida, è calato il gelo.

Al centro della rottura, l’ormai famigerata Cittadella dello Sport da realizzare a Milo, periferia est della città. Un progetto che, tra render in 3D, post su X, cifre ballerine e accuse incrociate, è diventato una telenovela tutta trapanese. O, come la chiamano ormai con un certo sarcasmo in città, "Antoninia".

Il progetto: tra sogno e nebbia

L’idea è imponente: uno stadio da 20.000 posti, un palazzetto dello sport, un albergo, una clinica, centri commerciali e persino un laghetto artificiale, il tutto su 27 ettari dell’ex aeroporto di Milo, oggi area demaniale sotto la giurisdizione dell’Aeronautica Militare.

Antonini sostiene che tutto sia pronto, ma che il Comune di Trapani stia bloccando il progetto. In particolare, lamenta ritardi nella risposta ufficiale alla richiesta di SportInvest (la società proponente), presentata il 12 novembre 2024.

“Abbiamo ricevuto solo adesso una comunicazione scritta dal Comune. Ci dicono che sono in corso interlocuzioni con il Demanio? Peccato che siamo stati noi a parlarci, a Roma…", tuona Antonini, che accusa l’amministrazione di mancanza di volontà politica.

La replica del Comune: “La procedura è complessa e non dipende da noi”

Ma il sindaco Tranchida non ci sta e replica punto su punto: “Altro che inerzia. In 48 ore dalla richiesta, abbiamo trasmesso una relazione all’Agenzia del Demanio – Sicilia per avviare l’iter di sdemanializzazione. Il 23 dicembre, è arrivata la conferma: gran parte dell’area è ancora Demanio Militare – Ramo Difesa – Aeronautica. E quindi non dipende da noi”.

Il povero Lele Barbara, assessore factotum, si trova in mezzo tra i due suoi punti di riferimento, un po' come i personaggi della commedia dell'arte di Goldoni, ed ha annunciato un nuovo sollecito al Demanio, rivendicando l’impegno dell’amministrazione.

E sulla gestione degli impianti sportivi esistenti, il Comune sottolinea come l'affidamento a lungo termine e senza canone abbia permesso il recupero del Palashark, proprio da parte della società di Antonini.

Antonini rincara la dose: “Siamo soli, anche per l’aria condizionata”

Ma l’imprenditore romano non molla. Rivendica che la ristrutturazione del Palashark sia stata realizzata interamente a spese proprie, con 4,1 milioni di euro di investimento, “documentato fattura per fattura”, e rilancia “Ci vengono persino chieste le bollette della luce. E intanto aspettiamo ancora che il Comune sistemi l’aria condizionata, promessa e mai realizzata”.

Antonini contesta anche la titolarità dell’area: “La maggior parte del lotto fu consegnata al Demanio nel 1968 e non è più militare. E comunque siamo pronti a farci carico delle bonifiche”.

Per ora, però, di ufficiale c’è ben poco: nessun progetto depositato, nessuna conferenza di servizi, solo render spettacolari in tv e post su X. Come abbiamo raccontato su Tp24, ad esempio, Antonini cambia i numeri sui costi dell'operazione, e fa annunci non sostenuti da alcuna evidenza. Qualche giorno fa ha annunciato di aver "raccolto la finanza". Che significa? E come va ad aver "raccolto la finanza", se lui stesso dice che "il Project financing è in via di definizione con Ernst & Young?". Non sembra un modo serio di affrontare un tema così delicato per il futuro di Trapani.

“Città dello Sport o città degli annunci?” si chiedono molti. E nel frattempo, Trapani osserva, ironizza, si divide. E aspetta. Forse invano.



Sport | 2025-03-26 10:30:00
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