Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana, è alle prese con un altro dossier che si apre sul suo tavolo. Non ha mai proceduto a un rimpasto di giunta, ha sostituito in caso di dimissioni. Il primo a lasciare fu Marco Falcone, venne eletto al Parlamento europeo, dopo di lui è arrivato Alessandro Dagnino che mantenne la stessa delega. Il 16 gennaio ha lasciato Giovanna Volo, l’assessore alla Salute. Dopo vari scandali e dimissioni che si sono avute nella sanità siciliana è arrivata Daniela Faraoni, che ha lasciato l’ASP di Palermo, ancora oggi senza una guida.
Di Mauro lascia
Roberto Di Mauro, assessore all’Energia, dopo una serie di incomprensioni con il governatore, ha deciso di lasciare, le dimissioni dovrebbero arrivare in queste ore. Già da qualche mese la voce circolava, azione poi stoppata dalle pressioni di Raffaele Lombardo. Di Mauro ha parlato di un assessorato molto impegnativo, con criticità che sono state affrontare senza sosta ma che adesso preferisce lasciare. Il nome su cui l’MPA potrebbe puntare è quello di Fracesco Colaianni, già sindaco di Enna.
Di Mauro sa che l’estate che sta per arrivare non sarà una passeggiata per il suo assessorato, potrebbe facilmente scoppiare l’ennesima crisi della siccità.
Le emergenze legate alla diga Ancipa, alla diga Trinità di Castelvetrano non sono mai rientrate, senza considerare che circa il 50% dell’acqua immessa nelle reti viene dispersa perché vetuste, su cui mai è stata fatta una opera di riqualificazione.
I dossier aperti
Sono tre le emergenze che il presidente Schifani sta affrontando: la siccità e quindi i dissalatori, il caso ASP Trapani, i cantieri della viabilità: aperti da anni, con autostrade da medioevo. Basti citare nel trapanese la galleria di Segesta, una vergogna che ha attraversato tutti i governi. Marco Falcone, assessore alle infrastrutture dell’allora governo Nello Musumeci, aveva assicurato la sua apertura e ancora oggi dopo anni è chiusa, con gravi danni per tutta la provincia di Trapani.
E poi c’è la Palermo-Catania, altra vergogna siciliana, la Messina-Catania con
deviazioni continue, la Ragusa-Catania con in corso dei lavori per il raddoppio autostradale.
Infine, quello più spinoso e mediatamente pericoloso, è il caso Trapani con l’ASP finita dentro il vortice dello scandalo da circa un mese. Questa dovrebbe essere la settimana della assunzione di una decisione: o il Direttore generale resta in sella all’Azienda sanitaria provinciale ovvero il governatore cercherà di avere le sue dimissioni, in alternativa intenderà rimuoverlo, aprendo così uno scontro con Fratelli d’Italia.
Manovra 2025
Il governo regionale sta lavorando alla nuova manovra, il cui ammontare è tra i quaranta e i cinquanta milioni di euro, le risorse arrivano da fondi globali e da avanzi d’amministrazione.
Si tratta di somme che interesseranno sia la sanità che il caro voli, incastrate in un nuovo ddl di 10 articoli, che appena pronto passerà poi all’ARS.
Sulla Sanità c’è un intervento che andrebbe in aiuto al privato convenzionato, la somma si aggira sui 15 milioni di euro. Con questa manovra si vuole colmare la differenza tra i rimborsi calcolati con il nomenclatore tariffario del 2024 e quelli con le tariffe del 2025 introdotte dal decreto del ministro Orazio Schillaci.
Meno costi per i viaggiatori, invece, prevederebbe la nuova norma che consentirebbe agli aeroporti minori di aumentare il traffico passeggeri, azzerando l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco.
Oggi l’incontro del governatore Schifani e dell’assessore Dagnino, all’Economia, con la maggioranza.