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23/03/2025 06:00:00

Giustizia, e non solo. La manifestazione di Forza Italia a Palermo

Si è tenuta ieri mattina a Palermo la convention forzista "La riforma della giustizia di Forza Italia”. Presente tutto lo stato maggiore del partito, già nella giornata di venerdì il segretario nazionale Antonio Tajani, nella veste istituzionale di ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, aveva incontrato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. Nel corso dell’ incontro sono state affrontate le questioni legate all’attualità politica internazionale e i riflessi che queste hanno sul piano diplomatico e commerciale in uno scacchiere estremamente delicato come quello del Mediterraneo, nel quale l’Isola ha un ruolo di centralità non soltanto geografica. Schifani e Tajani hanno trattato anche il tema delle relazioni transfrontaliere per la gestione dei flussi migratori che investono la Sicilia quale luogo di primo approdo e di assistenza.

Le dichiarazioni di Schifani
Il governatore ieri ha ribadito che “la riforma della giustizia al servizio dei cittadini è l’obiettivo di Forza Italia, per noi libertà significa anche dare al cittadino una vita sociale accettabile con un aiuto agli ultimi, come stiamo facendo nel caso dell’indennità una tantum e nel caso del il reddito di povertà, così come faremo a breve finanziando la legge sulla povertà … Siamo oggi alla vigilia storica di una grande riforma, per restituire al cittadino una giustizia vera, reale e trasparente. Aveva ragione Berlusconi, quando viene colpito un parente ne soffre l’ambiente familiare e la società. L’Italia è considerato il paese a livello mondiale che ha le leggi più rigorose a livello di mafia”.

Sulla salute del partito Schifani ha sottolineato come “Aal’Ars siamo il primo gruppo, alle europee abbiamo regalato a Tajani, sostegno, amicizia e affetto. Abbiamo regalato a lui il 23%, facendo un grandissimo lavoro di squadra e dimostrando di essere un grande partito credibile”.

Marco Falcone
A margine dell’iniziativa il parlamentare europeo Marco Falcone ha rilanciato: “I punti fermi sono quelli di una riforma giusta che metta al centro della nostra agenda la persona. Ecco perché la separazione delle carriere rappresenta per noi il punto di arrivo in cui difesa e accusa possono trovare il giusto equilibrio. Oggi il governo di centro destra vuole attuare questa riforma. Stiamo girando l’Italia per dirlo ai cittadini”.

Stefano Pellegrino
Il capogruppo all’ARS di Forza Italia non ha mancato di sottolineare che si tratta di una riforma che mette il garantismo al servizio dei cittadini: “Per troppi anni  abbiamo assistito a uno squilibrio che ha trasformato le inchieste in sentenze anticipate, i processi in gogna mediatica. Il garantismo non è una moda: è un pilastro dello Stato di diritto. E Forza Italia, coerentemente con la sua storia, torna a rivendicarlo con forza.
“Siamo pronti – conclude – a sostenere in Sicilia ogni iniziativa utile a restituire equilibrio e rispetto delle garanzie costituzionali, senza cedere ai professionisti del giustizialismo. È tempo di archiviare la stagione delle manette facili. Una giustizia più rapida, equa e imparziale è nell’interesse di tutti, non solo di chi fa politica”.

Antonio Tajani
Nel suo intervento è stato chiaro e lapidario con quella parte della politica, il centrosinistra, che secondo il vicepremier non esiste più.
Ha commentato le parole di Nicola Zingaretti, seppure non lo abbia mai nominato, che riferendosi a Tajani e alla sua politica commerciale bisognerebbe “chiamare un’ambulanza perché credo questa discussione riguardi il campo della psichiatria”.
Tajani ieri dal Politeama ha a sua volta commentato la dichiarazione: “Questa mattina un esponente che non condivide alcune mie posizioni sulla politica commerciale ha detto che dovrei essere rinchiuso in una casa psichiatrica, accompagnato da un’ambulanza. Questo mi fa riflettere sul tipo di cultura che alberga nella testa di questi esponenti della sinistra, evidentemente sapevano bene quello che l’Unione Sovietica riservava a chi non era del regime. Nessuno di noi si sognerebbe di dire che un nostro avversario, se dice qualcosa che non ci piace, deve essere rinchiuso in una casa psichiatrica perché matto. Questo è il motivo per il quale non esiste più il centrosinistra e la gente sceglie di stare con noi".
Necesario rivedere, per il ministro Tajani, il sistema carcerario che non può privare il detenuto della sua dignità: “La detenzione deve servire al recupero, non a fare incattivire una persona che poi odierà lo stato. Così si coltiverà odio contro le istituzioni”.
Obiettivo 20% per gli azzurri: “Ci davano per spacciati. Erano convinti che ci saremmo sciolti come neve al sole, dopo la morte di Berlusconi. È successo il contrario, perché Berlusconi aveva infuso in ciascuno di noi la voglia di combattere e di difendere la libertà. È difficile arrivare al 20% alle elezioni politiche ma ci si può arrivare”