In Sicilia, l’accesso alla rete fognaria pubblica continua a rappresentare una delle principali criticità infrastrutturali. I dati Istat relativi al 2022 evidenziano che solo il 76,5% della popolazione residente dispone di un collegamento al sistema fognario pubblico, il valore più basso tra tutte le regioni italiane. Questo dato si colloca ben al di sotto della media nazionale, che raggiunge l’88,8%, segnando un divario di oltre 12 punti percentuali. La situazione appare ancora più critica nella provincia di Catania, dove appena il 35,8% dei cittadini è servito da un sistema fognario adeguato, un dato che evidenzia una disparità significativa rispetto al resto del Paese.
A livello nazionale, l’Italia occupa la nona posizione tra i 27 Stati membri dell’Unione Europea per copertura della rete fognaria pubblica. Le nazioni con i tassi di copertura più elevati includono Lussemburgo, che raggiunge il 100%, seguito da Paesi Bassi, Malta, Spagna e Germania, tutti con valori superiori al 97%. Al contrario, Romania e Croazia si trovano agli ultimi posti, con rispettivamente il 59,2% e il 57,4% della popolazione collegata alla rete fognaria pubblica.
Crisi idrica: un problema sempre più grave
Oltre alle carenze infrastrutturali, la Sicilia deve affrontare una persistente emergenza idrica. Nel 2023, l’isola è stata tra le regioni italiane più colpite dalle misure di razionamento dell’acqua. Ad Agrigento, l’erogazione è stata sospesa per ben 208 giorni e ridotta per altri 157. A Trapani si sono registrati 180 giorni di riduzione del servizio, mentre a Messina i disagi si sono protratti per 101 giorni. Anche altre città hanno subito interruzioni significative: a Caltanissetta il 25,6% della popolazione ha subito restrizioni nell’approvvigionamento idrico, mentre a Catania e Palermo le percentuali si attestano rispettivamente al 19,8% e al 3,3%.
La situazione, anziché migliorare, è andata peggiorando nel 2024, con un numero crescente di città coinvolte e restrizioni più severe. La combinazione tra risorse idriche sempre più scarse e infrastrutture obsolete ha aggravato la crisi, rendendo la gestione dell’acqua una sfida sempre più complessa.
Cause e necessità di intervento
Secondo l’Istat, tra le principali cause della crisi idrica in Sicilia figurano l’obsolescenza della rete idrica, la riduzione delle precipitazioni rispetto alla media climatologica 1991-2020, l’innalzamento delle temperature e il calo delle portate degli invasi, che nel 2023 hanno registrato una riduzione del 30% in Sicilia e Sardegna.
Il quadro che emerge è quello di una regione che fatica a raggiungere gli standard nazionali ed europei, con gravi carenze infrastrutturali e una gestione delle risorse idriche inadeguata. Per affrontare queste criticità, è indispensabile un piano di investimenti strutturali mirati e una strategia di gestione più efficace, capace di garantire servizi essenziali alla popolazione e ridurre il divario con il resto del Paese.