Il 39enne marsalese Simone Ivan Dulcetta è stato condannato dal Tribunale di Marsala a due anni di reclusione per maltrattamenti all’ex compagna (M.T.G., di 50 anni), che secondo l’accusa sarebbe stata sottoposta a continue vessazioni, con richieste di denaro per l’acquisto di sostanze stupefacenti, aggressioni fisiche ed umiliazioni morali, e persino minacciata di morte.
In preda ad attacchi di isteria, l’uomo avrebbe inoltre danneggiato le suppellettili di casa. Dulcetta, difeso dall’avvocato Luigi Pipitone, è stato, invece, assolto dall’accusa di violenza sessuale in danno dell’ex compagna. Il pm Roberto Piscitello aveva chiesto l’assoluzione per entrambi i reati. A proposito di presunto “appiattimento” dei giudici sulle richieste dei pm, come sostengono coloro che spingono per la separazione delle carriere in seno alla magistratura… Il Tribunale (presidente del collegio Vito Marcello Saladino, giudici a latere Francesco Paolo Pizzo e Chiara Vicini) ha, inoltre, condannato l’imputato al risarcimento danni in favore delle due parti civili: l’ex compagna e l’associazione “Casa di Venere”, rappresentata dall’avvocato Roberta Anselmi. I giudici hanno, infine, disposto per Dulcetta un percorso obbligatorio di un anno presso un centro per il recupero degli “uomini maltrattanti”. Il procedimento penale è stato avviato nel 2023.
Dopo la lettura della sentenza, l’avvocato Roberta Anselmi ha commentato: “Sono molto soddisfatta del risultato ottenuto, poiché è il frutto di un lavoro di squadra svolto dalle operatrici del Centro Antiviolenza La Casa di Venere che hanno accompagnato per mano la donna vittima di violenza sin dalla prima accoglienza, partendo da un’accurata valutazione del rischio, preservando la donna da possibili forme di vittimizzazione secondaria durante il processo, fino al verdetto finale. Questo dimostra che bisogna avere fiducia nelle istituzioni, nello Stato, nell’operato dei Centri antiviolenza e che quando ci si rivolge alle persone specializzate, le donne possono uscire dal ciclo della violenza, e trovare la libertà; mai rimanere in silenzio, perché il silenzio uccide”.