Un vento impetuoso ricco di memoria e giustizia ha accompagnato, ieri a Trapani, le cinquantamila persone che hanno sfilato in occasione della XXX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L'evento, organizzato dall'associazione Libera e Avviso Pubblico, ha visto la partecipazione di oltre 500 familiari delle vittime, giunti da tutta Italia e dall'estero, per un momento di riflessione collettiva e di denuncia contro la criminalità organizzata.
La presenza delle istituzioni e delle figure simbolo della lotta alla mafia
Tra i partecipanti al corteo, oltre agli studenti e ai cittadini, erano presenti importanti figure istituzionali e della politica, tra cui la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, il segretario generale della CGIL Maurizio Landini, il prefetto di Trapani Daniela Lupo e il presidente della Commissione Antimafia regionale Antonello Cracolici. Significativa anche la presenza degli ex procuratori nazionali antimafia Pietro Grasso e Federico Cafiero De Raho, testimoni di un impegno che deve restare costante nel tempo.
Le parole di Don Luigi Ciotti: "Dobbiamo agire ogni giorno"
A guidare il corteo lungo il litorale fino a Piazza Vittorio Emanuele è stato Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che ha lanciato un appello accorato: “Oggi è la giornata della memoria e dell’impegno proprio per lottare contro la retorica della memoria. Una memoria vera deve diventare responsabilità, tutti i giorni. Non basta ricordare, bisogna agire”. Il sacerdote ha inoltre sottolineato una delle ferite ancora aperte della lotta alle mafie: “L'80% dei familiari delle vittime non conosce la verità o ne conosce solo una parte. Le verità passeggiano sulle nostre strade, c'è chi sa. Lanciamo un appello: parlate”.
La lettura dei nomi delle vittime innocenti
Uno dei momenti più toccanti della giornata è stato la lettura dei nomi delle 1.101 vittime innocenti della mafia, un elenco che si allunga di anno in anno. La prima edizione della Giornata della Memoria, nel 1996, vide la lettura di circa 300 nomi: oggi, dopo tre decenni, sono più di mille. Tra loro magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti e cittadini comuni che hanno perso la vita per aver compiuto il proprio dovere con rigore e onestà.Quest'anno sono stati aggiunti 20 nuovi nomi, tra cui 11 donne e 5 minori. Alcune storie emergono dagli anni '80 e '90, altre sono più recenti, a dimostrazione del fatto che in alcuni territori la violenza mafiosa è ancora una realtà concreta.
La presenza dei giovani: "Ci dobbiamo ribellare"
Uno degli aspetti più significativi della manifestazione è stata la massiccia partecipazione degli studenti. Centinaia di scuole provenienti da tutta la Sicilia hanno aderito alla marcia, portando cartelli e striscioni con messaggi chiari: "La mafia uccide, il silenzio pure", "Ribelliamoci", "Non ci fermerete". Martina Lembo Fazio, delegata antimafia dell'Unione degli Studenti, ha dichiarato: “Oggi siamo qui non solo per ricordare chi ha perso la vita per mano della mafia, ma anche per affermare con forza che il problema della criminalità organizzata è tutt'altro che superato. Le mafie continuano ad affliggere i nostri territori, si trasformano, cambiano volto, ma restano una minaccia concreta per la nostra società”. Simone Cigliano della Rete della Conoscenza ha aggiunto: "Oggi, come Unione degli Studenti, Link Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza, scendiamo in piazza con lo slogan 'Ci dobbiamo ribellare!' perché davanti alla mafia non possiamo restare immobili. La criminalità organizzata si è evoluta nel tempo: non la vediamo più in modo plateale, ma questo non significa che sia scomparsa".
Il ruolo della politica: prevenzione e giustizia sociale
Non solo società civile e studenti – oltre 100 scuole da tutta la Sicilia – ma anche la politica e le istituzioni. Presenti anche l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, la prefetta di Trapani Daniela Lupo, il presidente della Commissione Antimafia regionale Antonello Cracolici, e i vescovi di Trapani, Mazara del Vallo, Agrigento e Monreale.
Schlein, parlando alla stampa, ha lanciato un messaggio chiaro: “La politica deve fare di più sul fronte della prevenzione. Altro che limitare le intercettazioni, inserire il subappalto a cascata o alzare il tetto del contante: serve fare esattamente il contrario. Serve alzare il livello di guardia, nella politica e nell’economia”.
Don Ciotti, Inguì, Landini e Margherita Asta: le voci dal corteo
Maurizio Landini, accanto ai lavoratori e agli studenti, ha ribadito che la lotta alla mafia passa dal lavoro, dalla giustizia sociale e dalla scuola.
Margherita Asta, che nella strage di Pizzolungo perse la madre e i due fratellini, ha invece ricordato che “la verità ha un prezzo, ma il silenzio ne ha uno ancora più alto”.
Qui nostre interviste in esclusiva a Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini e Margherita Asta, Salvatore Inguì realizzate oggi durante la diretta di Tp24 da Trapani.
Il messaggio del presidente della Repubblica Mattarella
“Il 21 marzo rappresenta un giorno solenne di ricordo e di impegno civile per affermare valori essenziali per la salute della nostra comunità”, è il testo del messaggio di Sergio Mattarella, che ha ribadito l’importanza di affermare la legalità e contrastare le organizzazioni criminali. “L’impegno quotidiano per la pratica della legalità, la lotta contro tutte le mafie, contro le consorterie criminali che generano violenza e oppressione, contro zone grigie di complicità che ne favoriscono affari e diffusione, vede operare tutti i cittadini che desiderano vivere in una società coesa e rispettosa dei diritti di tutti”, ha dichiarato il Capo dello Stato. Quest’anno la ricorrenza assume un valore particolare, segnando i trent’anni dalla fondazione di Libera. “Ricorrono trent’anni da quando Libera e altre associazioni hanno intrapreso un percorso importante di sensibilizzazione e mobilitazione civile fino a far sì che una legge dello Stato istituisse la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, per esprimere doverosa solidarietà nei confronti delle vittime innocenti uccise dalla mano mafiosa”, ha sottolineato il presidente della Repubblica. Mattarella ha poi ricordato le tante persone colpite dalla violenza mafiosa: “Ogni ambito è stato colpito da questo flagello, servitori della Repubblica, donne e uomini che si battevano per migliorare la società, imprenditori e cittadini che hanno respinto il ricatto del crimine, persone semplici finite sotto il tiro degli assassini. I loro nomi sono parte della nostra memoria collettiva”. L’appello finale è chiaro: “È nei loro confronti che si rinnova, anzitutto, l’impegno a combattere le mafie, a partire dalle Istituzioni ai luoghi della vita quotidiana, superando rassegnazione e indifferenza, alleate dei violenti e sopraffattori. La mafia può essere vinta. Dipende da noi: tanti luminosi esempi ce lo confermano”.
I messaggi del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di Giuseppe Conte
Durante la giornata è arrivato anche il messaggio di Giorgia Meloni che ha parlato di un “importante momento di riflessione per tutti noi. L’Italia e le sue Istituzioni si inchinano davanti al sacrificio di chi ha perso la vita per mano della criminalità organizzata: cittadini onesti, servitori dello Stato, persone innocenti cadute sotto i colpi vigliacchi di un giogo vile e spietato”. La premier ha scritto sui social che “le mafie sono un nemico dichiarato della nostra democrazia, un’offesa alla dignità della Nazione. Per questo con assoluta determinazione e fermezza, ribadiamo la nostra condanna ad ogni tipo di mafia e ci impegniamo, ogni giorno, a combatterla”. “Mentre si inseguono notizie di arresti per casi di corruzione e malaffare anche nelle istituzioni, noi siamo invece orgogliosi di contribuire a dare tutt’altra immagine dell’Italia anche all’estero: una delle più autorevoli riviste d’Europa, Politico, ha riservato la prima pagina all’europarlamentare del M5S Giuseppe Antoci per l’impegno quotidiano e in prima linea con cui si batte contro mafie e corruzione”, ha detto invece Giuseppe Conte. “È così, con le proposte, le battaglie, le leggi e le persone giuste nelle istituzioni – come Antoci, Scarpinato, De Raho – che vogliamo onorare oggi la Giornata delle vittime di mafia e ravvivare la memoria di chi non c’è più perché non si è lasciato piegare, perché ha combattuto per tutti noi, per la legalità. Dalla parte giusta”, ha aggiunto l’ex premier.
Una lotta che non si ferma
La XXX Giornata della Memoria e dell'Impegno a Trapani ha lanciato un messaggio forte e chiaro: la lotta alla mafia non è finita. La memoria non deve essere un rito, ma un impegno quotidiano. Le parole di Margherita Asta, che nella strage di Pizzolungo perse la madre e i due fratellini, sono un monito per tutti: "La verità ha un prezzo, ma il silenzio ne ha uno ancora più alto". Il corteo si è chiuso con una promessa collettiva: non smettere mai di chiedere verità e giustizia, non abbassare mai la guardia di fronte alle mafie e alla corruzione, perché solo così si può costruire un futuro davvero libero e giusto.