Le due grandi aviorimesse in cemento armato dei Capannoni Nervi di Marsala furono progettate dall'ingegnere e architetto Pier Luigi Nervi e realizzate nel 1935. Una curiosità: Nervi è anche l’autore dello Stadio Comunale di Firenze, attualmente in ristrutturazione con fondi del PNRR. Almeno nella città di Dante si investe su un’opera storica quasi centenaria, mentre a Capo Boeo si punta su un nuovo idroscalo.
Le strutture dei Capannoni Nervi sono di proprietà dell’Amministrazione Difesa (AD) e, fino alla chiusura nel 2007, ospitavano la zona logistica del 35° Gram dell’Aeronautica Militare. Un hangar era adibito a officina e ricovero mezzi, l’altro a magazzino e garage per le auto dei militari.
Nei giorni scorsi, Andreana Patti – tra i possibili candidati a sindaco di Marsala per il prossimo anno – ha denunciato che l’intera area, "78.000 mq di pura bellezza", sarà sottratta senza opposizioni. Il nodo della questione è il bando pubblicato dall’AD per realizzare un nuovo idroscalo, che Patti auspica venga impugnato.
A stretto giro, la replica del sindaco Massimo Grillo è arrivata, come per la Patti, con un post su Facebook. Grillo ha ricostruito la vicenda sottolineando che nel tempo diversi amministratori hanno tentato di acquisire l’area a patrimonio comunale, ma senza successo per via della burocrazia e delle difficoltà nel dialogo tra i vari livelli di governo. Ha poi difeso la scelta del bando pubblico come soluzione utile alla città, ricordando che l’area è di proprietà della Difesa, che ha deciso di procedere con la nuova destinazione.
Un passo indietro nella storia: nel 2012 un accordo tra il sindaco Renzo Carini e il sottosegretario alla Difesa Filippo Milone prevedeva la valorizzazione e alienazione degli immobili militari non più utilizzati. Il protocollo d’intesa, firmato nel 2010 a Palazzo Chigi con il ministro Ignazio La Russa, stabiliva che l'area di via Dante Alighieri restasse alla Difesa ma con nuova destinazione urbanistica, mentre l’ex idroscalo militare sarebbe stato ceduto gratuitamente al Comune. Il progetto prevedeva un parco ipogeo e un’area commerciale sulla Circonvallazione, e allo Stagnone una cittadella degli sport acquatici, un polo didattico, uffici e parcheggi, garantendo il rispetto della Riserva Lagunare.
Tuttavia, nel maggio 2012, con l’elezione di Giulia Adamo – sostenuta da PD, Udc e lista Lo Curto – l’iter fu bloccato. Con l’arrivo di Alberto Di Girolamo alla guida della città, l’interlocuzione con l’AD riprese, ma nel 2018 il governo gialloverde (M5S-Lega) interruppe tutto: il vicepremier Matteo Salvini bloccò il processo per valutare una vendita dell’area con finalità di riduzione del debito pubblico.
Questa ricostruzione storica evidenzia le responsabilità di Giulia Adamo, Pd, M5S, Lega e Udc. Oggi, condivisibile o meno, Massimo Grillo ha espresso una posizione chiara, mentre dagli altri il silenzio è stato assordante, o si è assistito a ricostruzioni parziali e strumentalizzazioni politiche.
Vittorio Alfieri