Quantcast
×
 
 
16/03/2025 06:00:00

L'Europa siamo noi

https://www.tp24.it/immagini_articoli/15-03-2025/1742079249-0-l-europa-siamo-noi.jpg

 Non ricordo l’ultima volta che sono andato in piazza, avevo qualche anno in meno e qualche capello in più. Non ricordavo l’emozione tangibile nei volti dei tanti che ben prima dell’orario stabilito sono arrivati in piazza.

Non ricordavo o forse quel tempo in cui ho formato la mia coscienza di ragazzo è sempre lì a tenere viva l’attenzione e la barra della critica del vivere.
Ma oggi è diverso e rispettando i molti che hanno dissentito per motivi diversi, l’esigenza era di andare e prendere posto e sono scattati automatici quei “ lei da dove viene? Prato, Napoli, Milano e altre città”, e ti riconosci negli occhi: riconosci che finalmente qualcuno doveva dare un segnale e non lo ha fatto la politica ma un giornalista: Michele Serra.

La regola dal palco questo pomeriggio, chi prendeva la parola anni nome e cognome e sia: 59 anni Giuseppe Prode da Alcamo. Da ragazzo, tanti trascorsi nelle piazze a manifestare a far sentire la voce di noi studenti insieme a molti altri, e si sposavano cause diverse e lì si formavano coscienze e si costruivano forme di confronto e scontro e la politica si faceva nelle sezioni di partito e in piazza.
Poi un lungo sonno e le piazze sono rimaste a lungo idee architettoniche, oggi Valadier e i quattro leoni della fontana al centro dell’ellisse l’hanno vista presa con garbo e occupata con educazione, e poi la stessa chiusa per raggiunti limiti.

E si sono riempiti gli spazi attorno: famiglie con bambini e moltissimi anziani, donne e uomini della mia età, poche le generazioni più giovani ché non siano abituate a vivere una piazza in questo modo? Non saprei dire. La sorpresa vedere moltissimi con i capelli bianchi con volti aperti freschi ammantati nelle bandiere blue e sembra quasi che non aspettassero altro che un segnale.

Con qualche minuto è arrivata una pioggerellina lenta ma costante, tutti sotto lo stesso cielo ad applaudire un quartetto d’archi che ha aperto con l’Inno alla Gioia, poi Michele Serra lui il giornalista che ha sentito forte la necessità di ricordare che l’Europa siamo noi e lo siamo grazie a Ursula Hirschmann ad Antonio Gramsci, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni che dal confino su un’isola nel Tirreno loro tre pensarono e sottoscrissero il manifesto di Ventotene: visionari assoluti.
Ascoltare Renata Colorni che ha commosso l’intera piazza, ribadendo come tre ragazzi allora sentirono forte l’urgenza nel 1941 (siamo nel pieno della Seconda Guerra Mondiale), di parlare di pace di confini di popoli e politiche unite.

E dispiace che anche questa volta la politica tutta non abbia colto la laicità di una bandiera di un simbolo che ci fa vivere in pace da ottant’anni, e il rischio è che si dia per scontato quanto oggi noi abbiamo. Gramsci dicevo prima, è stato tirato in ballo e a ragione con il suo Odio gli indifferenti:

“L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta fa desistere dall’impresa eroica”

Gli indifferenti, dov’era oggi il nostro presente? Gli studenti, quel meraviglioso movimento di idee in formazione che oggi in larga parte avrebbe dovuto esserci e non c’era: possibile che diano per scontato ciò che scontato non è? Per loro è normale muoversi, studiare altrove, viaggiare con l’Erasmus, non avere un passaporto e non conoscere confini e barriere: è stata una conquista durata anni e che può essere messa a rischio dall’indifferenza. Oggi il posto era lì in piazza, non a fare presenza scenica in una diretta Instagram o a mettere like: oggi la loro testimonianza doveva ribadire la necessità di custodire quanto altri hanno lasciato, e hanno mancato l’appuntamento.

L’Europa ha commesso errori enormi, ha seguito più politiche monetarie che dare forza e fondamenta e coesione tra le nazioni, ha una politica estera debolissima che però viene richiesta da più parti: siamo un blocco di oltre quattrocento milioni di cittadini e questo è un fatto e forse la nostra forza.
Oggi tutte le Capitali europee guardavano a Roma e a Piazza del Popolo, tutto torna, basta studiare la storia e capire che solo da qui poteva e può ripartire una idea altra, ce lo sta chiedendo la Storia oggi.

Non perdiamoci di vista

Giuseppe Prode



La Rubrica di Prode | 2025-03-16 06:00:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/15-03-2025/l-europa-siamo-noi-250.jpg

L'Europa siamo noi

 Non ricordo l’ultima volta che sono andato in piazza, avevo qualche anno in meno e qualche capello in più. Non ricordavo l’emozione tangibile nei volti dei tanti che ben prima dell’orario stabilito sono arrivati in...

EA2G | 2025-03-02 08:55:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/20-02-2025/credito-d-imposta-per-gli-investimenti-nella-zes-unica-250.jpg

Credito d'imposta per gli investimenti nella "ZES unica"

Disponibile anche per il 2025 il contributo sotto forma di credito di imposta fino al 60% (80% per il settore agricolo) a favore delle imprese che effettuato investimenti nella zona economica speciale unica che ricomprende le seguenti regioni:...