La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Marsala contro la decisione del Tribunale del Riesame di Palermo, che aveva ridotto l’ammontare del sequestro di denaro nei confronti dell’ex senatore Nino Papania e del suo collaboratore Angelo Rocca. Con questa sentenza, la decisione del Riesame diventa definitiva.
Ridotto il sequestro dei fondi
Il provvedimento riguarda in particolare 16.500 euro sequestrati a Papania, a fronte di una richiesta iniziale di 714.000 euro avanzata dall’ufficio misure di prevenzione. Per Angelo Rocca, ex candidato alle ultime elezioni regionali con il Movimento Popolare Autonomista (MPA), il sequestro è stato ridotto da 232.000 a 28.000 euro, confermato ora dalla Cassazione.
L'inchiesta e la posizione di Papania
Per l’ex senatore del PD erano stati chiesti gli arresti domiciliari ma si trovava già nel carcere di Pagliarelli per un’altra vicenda giudiziaria, l'operazione antimafia "Eirene". Nel secondo caso, su cui indagano le Procure di Palermo e Marsala, sono coinvolti anche altri politici del territorio.
A novembre, il Tribunale del Riesame aveva accolto quasi interamente il ricorso presentato dagli avvocati Pietro Riggi e Vito Di Graziano, che avevano contestato l’entità delle misure pecuniarie nei confronti di Papania e Rocca. La Procura di Marsala, in disaccordo con la decisione, aveva impugnato il provvedimento in Cassazione, ma la Suprema Corte ha ora confermato il verdetto del Riesame, rendendolo definitivo.
L’inchiesta sulla gestione dei finanziamenti pubblici per la formazione professionale si avvia verso la conclusione: nelle prossime settimane sono attesi gli avvisi di chiusura delle indagini. Il processo per l’operazione "Eirene", inizierà il prossimo 9 maggio davanti al Tribunale di Trapani.