
Caos sanità. Faraoni smentisce Faraone: “Nessun esame istologico perso in Sicilia”
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E’ emergenza sanità in tutta la Sicilia. Ad Enna ci sono le sale chirurgiche che lavorano a singhiozzo, carenza di anestesisti, liste d'attesa bloccate pure a Ragusa, a Palermo pazienti in attesa di un farmaco oncologico. La crisi è sistemica e riguarda tutte le province, con falle che adesso sono diventate voragini e dentro ci sono finiti i cittadini con la loro salute.
Ci sono ASP dove ancora si deve smaltire l’arretrato del 2023, seppure con numeri ridotti, ma la situazione è drammatica in tutte e nove le ASP siciliane, al netto di chi le rappresenta e dirige. Sulla graticola adesso c’è il Manager dell’ASP di Enna, Mario Zappia.
Faraoni smentisce la perdita di esami
L’assessora regionale alla Salute, Daniela Faraoni, in una intervista a Repubblica smentisce categoricamente l’attacco di Davide Faraone, Italia Viva, sulla perdita di campioni istologici durante il trasferimento da un ospedale all’altro.
L’assessora ha chiarito: “Ho letto che sarebbero stati trasferiti in ritardo, ma nessun ritardo: in questi casi non si può mettere tutto in una scatola e spedirlo. Bisogna rispettare alcune regole scientifiche e medico-legali”.
Entro il 14 marzo assicurano dalla Regione tutta la refertazione del 2024 verrà esaurita, i laboratori lavorano senza sosta, festivi inclusi.
Le azioni dell’ASP
Il bando di concorso per assumere medici di Anatomia Patologica è scaduto il 6 di marzo. Ad oggi c’è una domanda di mobilità proveniente da Brescia e tre candidati per il concorso.
Pubblicato pure il bando per il nuovo direttore della Unità Operativa Complessa, l’Assessorato regionale ha autorizzato l’espletamento della procedura il 5 marzo, la richiesta proveniva dall’Azienda già in data 5 dicembre.
I Cinque Stelle
Nuccio Di Paola, coordinatore regionale del M5S, chiede le dimissioni del Direttore generale Croce: “Il presidente della Regione Renato Schifani attraverso le colonne del Giornale di Sicilia cerca di spostare l'attenzione dei cittadini dalla sanità, tema che evidentemente crea imbarazzo nel suo governo, agli inceneritori. Noi più concretamente aspettiamo che Ferdinando Croce dia le dimissioni. Il manager dell’ASP di Trapani risulterebbe essere anche assessore comunale a Giardini Naxos nel Messinese, almeno secondo quanto riporta lo stesso sito istituzionale del Comune. Se così fosse, Croce avrebbe una doppia carica politica. Anche su questo Schifani è muto?
La politica deve uscire fuori dalla sanità - aggiunge Di Paola -. Questa gestione politica della sanità è vergognosa, nel frattempo che i siciliani devono aspettare 8 mesi per avere l’esito di un esame istologico, nel frattempo all’ASP si continua a fare politica ed a spendere soldi in pubblicità”.
Medici di famiglia, la Sicilia non è in rosso
A mancare alla sanità siciliana non sono solo i medici ospedalieri ma pure quelli di base. Il rapporto della Fondazione Gimbe ha spiegato come in Italia ci sonooltre 5.500 posti vacanti, entro il 2027 andranno in pensione 7.300 professionisti.
In Sicilia, secondo i dati della Fondazione Gimbe, i medici di medicina generale vanno oltre il massimale di 1.500 assistiti. Pertanto non si registra sull’Isola carenze di medici di base.
Luigi Tramonte, segretario regionale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale Sicilia, sottolinea come abbia funzionato bene la programamzione: “Sin dalla sua istituzione, il numero di professionisti formati è stato calibrato in base ai pensionamenti, garantendo una copertura costante del territorio. Le zone carenti sono sempre state individuate secondo questi parametri, permettendo un adeguato ricambio generazionale. Inoltre, la possibilità per i corsisti di assumere incarichi di assistenza primaria ha contribuito a mantenere un equilibrio nella distribuzione dei medici, con l’eccezione di alcune aree più isolate o meno attrattive, dove possono emergere difficoltà nella copertura sanitaria. Questo risultato è frutto di una pianificazione strategica pluriennale”.
La buona sanità
A Palermo presso l’ISMETT è stato eseguito un intervento di cardiochirurgia con l’utilizzo del sistema Da Vinci, un sofisticato robot che permette di realizzare operazioni di cardiochirurgia mini-invasiva video assistita. Si tratta di un intervento realizzato per la prima volta in una struttura del Sud, grazie alla partnership fra Regione Siciliana ed UPMC, il centro medico dell’Università di Pittsburgh. A eseguire l’operazione l’équipe guidata dal professore Francesco Musumeci, Senior Consultant in Cardiac Surgery, in sala operatoria a seguire la gestione anestesiologica la dottoressa Maria Scarlata. Il Da Vinci è una piattaforma robotica che consente un interfaccia computerizzata tra chirurgo e strumenti chirurgici. È già utilizzata in ISMETT per interventi addominali e toracici, che permette di intervenire in modo preciso ed efficace oltre che con una invasività minima.

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