Il discorso sullo Stato dell'Unione è una relazione tenuta dal presidente degli Stati Uniti d'America di fronte al Congresso, convocato in seduta congiunta, generalmente con frequenza annuale. Il fine è quello di descrivere sia le condizioni generali della nazione sotto un profilo sociale, economico e politico, sia l'agenda governativa corrente, i progetti per il futuro e le priorità, in ossequio alla Costituzione, che richiede al presidente di riferire al Congresso e di indicare le misure che ritiene necessarie.
Quest'anno, per la prima volta nel suo secondo mandato, il discorso è stato tenuto da Donald Trump il 5 marzo. L'intervento è stato impregnato di populismo, imperialismo e sovranismo. Sul primo concetto, che può avere un'accezione positiva, il tycoon lo ha utilizzato a proprio uso e consumo, sostenendo che il principale pericolo per gli Stati Uniti siano gli immigrati, dimenticando che, dopo la Rivoluzione americana, proprio loro furono fondamentali per la grandezza del Paese. L'immigrazione va gestita con regole, non repressa.
Sul colonialismo, Trump ha citato un messaggio di "impegno a favore della pace" che Zelensky aveva pubblicato sui social, affermando che fosse una missiva a lui indirizzata, nella quale il leader ucraino avrebbe apprezzato il suo impegno per fermare il conflitto e la disponibilità a firmare subito un’intesa sui minerali delle terre rare. Ha anche aggiunto di aver ricevuto "forti segnali" da parte della Russia, ansiosa di fare la pace con l’Ucraina. Tuttavia, nessuna garanzia è stata data sulla sicurezza, che gli ucraini continuano a chiedere e che gli Stati Uniti negano. Nei giorni successivi, Trump ha definito Zelensky un "ingrato".
Confermate anche le mire sulla Groenlandia e sul Canale di Panama. Per quanto riguarda la sovranità americana, ha ribadito la guerra dei dazi contro tre dei suoi principali partner commerciali – Messico, Canada e Cina – promettendo una politica di rappresaglie. Ha insistito sul fatto che le nuove imposte faranno crescere l’economia, riportando la produzione negli Stati Uniti e creando nuovi posti di lavoro, aggiungendo: “Ci saranno piccole turbolenze, ma non saranno molte". Le nuove tariffe entreranno in vigore il 2 aprile: "Sono superstizioso. Non voglio che vengano scambiate per un pesce d’aprile".
È stata un’arringa greve, ammantata dall’idea forte di un’America che rinascerà sotto la sua guida. I democratici lo hanno ascoltato esponendo cartelli con scritte come "Salviamo il Medicare", "Paga le tue tasse", "È una menzogna".
Alla fine, ha pronunciato la frase che per alcuni è una promessa, per altri una minaccia alla propria esistenza: "Sono solo all’inizio".
Vittorio Alfieri