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08/03/2025 06:00:00

I ritardi dell'Asp. Chieste le dimissioni di Croce. Schifani prende tempo

Non si placano le dichiarazioni che hanno accompagnato il ritardo delle refertazioni istologiche in provincia di Trapani, i politici hanno chiesto, messo nero su bianco, il passo indietro del Direttore generale dell’ASP, Ferdinando Croce.


Lo hanno fatto Davide Faraone, Giorgio Mulè, Cristina Ciminnisi. Il grave ritardo nella consegna dell’esame istologico, 8 mesi, che ha portato il cancro della signora Maria Cristina Gallo, di Mazara, al quarto stadio con metastasi, ha fatto il giro di tutta Italia. Molto contrariato appare ancora il presidente della Regione, Renato Schifani, che ha affiancato l’ASP di Trapani per smaltire tutti gli arretrati, riservandosi però decisioni sul proseguo di questa attuale dirigenza. A difesa dell’operato di Croce ci sono i meloniani, soprattutto l’ala che fa riferimento a Nello Musumeci, zitti invece i forzisti. Nessuna dichiarazione pubblica.
 


Refertazione
A pieno ritmo stanno lavorando i medici del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo per smaltire gli arretrati, si tratta di numeri importanti: 1.405 campioni del 2024 e
1.908 del 2025, per un totale di 3300.
A Palermo sono stati assegnati gli arretrati del 2024. Giovedì il deputato di Italia Viva, Davide Faraone, aveva lanciato un allarme, poi rientrato perché smentito dall’Azienda, e cioè che molti referti sono andati persi durante il tragitto da un ospedale all’altro. L’ASP ha risposto con la commissione interna, sostenendo che non ci sono campioni istologici smarriti.


La crisi dell’Anatomia Patologica. I casi
L’ASP di Trapani ha avviato dei concorsi, ad oggi ci dovrebbero essere 9 dirigenti medici di Anatomia Patologica ma ce ne sono appena 3 in servizio. E’ una crisi della specialistica che attanaglia tutto il settore, in cinque anni il numero di questi professionisti è calato dell’oltre 25% passando in Italia da 1.500 a 1.100 specialisti.
A livello universitario, negli ultimi anni, la metà dei posti di specializzazione è rimasto vacante. Ad agosto 2024 l’ospedale di Matera ha lanciato un grido d’allarme, per affrontare l’emergenza: un solo medico in servizio, oltre a un medico già in pensione, una criticità che non consente di eseguire le pratiche sanitarie nei tempi prestabiliti.
A Macerata, ad ottobre 2024, un paziente ha ricevuto il referto di un esame istologico dopo cinque mesi e mezzo, circostanza che gli ha impedito di cominciare tempestivamente la chemioterapia. Anche qui l'Unità operativa di Anatomia patologica di Macerata in crisi per assenza di medici.

Il caso Trapani
Monta il malumore regionale, si è scoperchiato un vaso di Pandora, dove emergono accanto ai ritardi una serie di spese per la comunicazione, seppure quelle somme siano state proprio attinte dal capitolo di spesa specifico. A sollevare dubbi sulla opportunità sono vari politici, mentre i ritardi istologici si sommavano l’Azienda finanziava nel messinese, alle Eolie, un festival cinematografico per il costo di 14 mila euro.
È già scandaloso che l’Asp di Trapani abbia speso in pubblicità 100 mila euro anziché destinarle alla salute dei cittadini, ma se aggiungi che è stato fatto senza alcuna comunicazione alla Corte dei Conti, lo scandalo è ancora più grande.” Lo dice Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva, a proposito delle notizie di stampa sulle spese dell’Asp per promuovere la propria immagine.
“La legge prevede che le spese di importo superiore ai 5000 euro debbano essere comunicate alla Corte dei Conti. Eppure, a noi non risulta che l’Asp di Trapani abbia comunicato affatto alla tribunale contabile i 16.317 euro per una campagna sui propri servizi, i 24.400 euro per disincentivare dall’uso di droghe, 11.895 euro per lo stand al Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo e 6.270 per quello di ExpoMedicina, la fiera di Catania dedicata alle ultime innovazioni digitali. Si tratta di ripetute sviste oppure dobbiamo pensare che, oltre ad anteporre la pubblicità alla vita delle persone, si siano spesi soldi illegalmente e per motivi clientelari? È doveroso fare chiarezza su una questione che è scandalosa. Per questo presenterò immediatamente un’interrogazione, se nel frattempo i vertici dell’Asp volessero chiarire, sarebbe cosa buona e giusta”, conclude.

Botta e risposta Primario e marito della Gallo
In questo tritacarne mediatico ci sta finendo di tutto. Da una parte l’ex primario Domenico Messina, per 24 anni ha diretto il reparto finito al centro di inchieste, che ha affidato al Tg4 una dichiarazione: “Desidero solo esprimere come già fatto direttamente telefonicamente al momento della diagnosi al marito della signora Gallo la mia amarezza e il mio dolore per quanto accaduto. Poi se mi è consentito invito tutti ad una serena riflessione partendo da un interrogativo.Ma cosa è successo veramente se il reparto diretto da me per 24 anni, per i primi 23 anni e mezzo ha fornito sempre ai pazienti prestazioni efficienti con diagnosi dettagliate e scientificamente corrette? C’è del dolo, negligenza o imperizia di un singolo o potrebbe essere possibile che siano avvenuti una serie di accadimenti straordinari ed in una successione veramente drammatica a cui una pubblica amministrazione nel complesso non era preparata per porre un freno. Un’unica precisazione mi corre l’obbligo fare in relazione alle notizie di stampa – aggiunge ancora Messina – comparse relativamente alla tempistica delle informazioni condivise con la direzione strategica aziendale, c’è una mia nota dei primi di giugno del 2024 dove faccio un riepilogo della situazione e dove si fa esplicito riferimento a tutta una serie di interventi messi in atto già a partire dal gennaio 2024 e continuati sempre più nei mesi successivi per tentare di fronteggiare la situazione”.


Ha poi concluso: “Ho pubblicamente dichiarato a tutti che il reparto dove ho lavorato per quasi 40 anni stava vivendo un momento estremamente critico ma c’era la speranza di potere assumere all’inizio del 2024, 3-4 giovani anatomo-patologi e che quindi sentivo l’obbligo morale dopo avere dedicato una vita a questa professione, ai pazienti ed alla mia equipe di non abbandonare la nave in un momento così critico. Purtroppo questo non è avvenuto, ma anzi la situazione del personale medico si è ulteriormente aggravata nei mesi successivi del 2024″.
Il marito della signora Gallo, Giorgio Tranchida nega ogni contatto con il medico: “Non sappiamo a chi il dottore abbia comunicato la propria amarezza e il proprio dolore, ma di sicuro, non l’ha fatto, né al telefono né in altro modo, né con il sottoscritto, né con la signora Gallo”.

Il caso radioterapia di Mazara
Il movimento politico siciliano Uguaglianza per la Sicilia ha attaccato il reparto di Radioterapia di Mazata, sotto la lente di ingrandimento liste di attesa e anche carenze strutturali. Il direttore dell'Unità operativa di Radioterapia, Pietro Delia, ha stoppato ogni accusa e indica i dati: sono 6653 le prestazioni erogate fino a dicembre 2024, sia per chemio che per radio. Le visite sono state 290, 332 i follow up.
Dal mese di febbraio 2025 la stessa Unità Operativa, sempre diretta da Delia, effettua un doppio turno, senza lasciare i pazienti privi di assistenza. Sulle liste di attesa, ha detto Delia, non ci sono: “prenotando oggi una prima visita al CUP è già disponibile”.