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08/03/2025 08:00:00

L'UE e la sfida del riarmo strategico tra sicurezza e rilancio economico

 Si vis pacem, para bellum, ossia "se vuoi la pace, prepara la guerra". La locuzione, in questo momento storico, è particolarmente pertinente: da tre anni, il conflitto in Ucraina interessa un’area confinante con Polonia, Slovacchia, Romania e Ungheria, tutte nazioni dell’Unione Europea. Dopo l’avvento di Trump alla Casa Bianca, il dossier della difesa – garantito nel Vecchio Continente dalla NATO con il celebre e deterrente Articolo 5 («Le Parti convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutti») – si è riaperto, soprattutto in relazione al sostegno economico dei Paesi dell’Alleanza. Secondo gli USA, principale sostenitore dell’organizzazione, tali contributi sono inferiori al necessario.

La risposta dell’UE è «RearmEurope», il piano strategico per potenziare la difesa europea presentato da Ursula von der Leyen a Bruxelles durante un consiglio europeo straordinario, alla presenza di Zelensky. L’obiettivo non è solo sostenere l’Ucraina, ma perseguire un’emancipazione strutturale dell’UE in materia di sicurezza. La presidente della Commissione Europea ha avanzato la proposta poche ore dopo il blocco degli aiuti militari a Kyiv da parte di Trump.

Il piano prevede una manovra da 800 miliardi di euro: 300 in più rispetto ai 500 stimati dalla Commissione lo scorso anno per gli investimenti in sicurezza. «In un’era di riarmo», ha spiegato von der Leyen, «l’UE deve essere pronta ad agire con determinazione e rapidità». Tra le priorità: capacità paneuropea nella difesa aerea e missilistica, sviluppo di droni, potenziamento delle munizioni, mobilità informatica e creazione di una forza armata continentale.

Per realizzarlo, verrà attivata la clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità, che consente agli Stati membri di aumentare la spesa per la difesa fino all’1,5% del PIL senza incorrere in sanzioni per deficit eccessivo.

Sebbene la via principale resti la diplomazia, questa potrebbe non bastare. Servirà superare veti incrociati: in Italia, ad esempio, la Lega esprime resistenze, Forza Italia sostiene gli USA, mentre Fratelli d’Italia gioca un ruolo di equilibrismo.

Paradossalmente, le risorse destinate al progetto – oltre a integrare sistemi difensivi e favorire acquisti intra-UE – non solo garantiranno sicurezza ai cittadini europei, ma stimoleranno l’economia attraverso investimenti e scambi commerciali.

Vittorio Alfieri



STUDIO VIRA | 2025-04-09 10:50:00
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