l Centro Internazionale Studi Risorgimentali Garibaldini di Marsala intende offrire il proprio contributo di conoscenza e partecipazione al prossimo evento del Raduno nazionale dei Bersaglieri e pertanto allega la lettera del Garibaldino Giuseppe Torri Tarelli ai genitori, contenuta nelle Biografie dei Mille dell'Archivio Caimi.
Torri Tarelli Giuseppe
di Carlo e di Giuseppa dell'Oro
nacque a Onno (Como) 16-6-1839
Compiuti i primi studi, fu ben presto avviato al sacerdozio. Nel 1859 svestì l'abito ecclesiastico per partecipare alla II guerra d'Indipendenza dando comunicazione ai genitori con una lettera del 20-6-1859 e recapitata il 24.
Lettera di Giuseppe ai genitori:
Dalla mia camera, li 20 giugno 1859
Caro Padre e cara Madre,
Sarei morto se questo mio colpo ovverossia attentato mi fosse fallito. Io sono partito per arruolarmi nel corpo dei Bersaglieri. Non istate a cercarmi poiché sono risoluto a morire, a fare un suicidio piuttosto che riedere al tetto natio. La patria esige sacrifici grandi da parenti e più saranno grandi i loro meriti in faccia a Dio, quanto più grandi saranno stati i loro sacrifici. Il mio, ve lo dico, è sommo poiché fui l'ultimo a dipartirmi da Voi.
Ma la catena di sviscerato amore che con voi avvinto mi teneva, fu infranta dall'amore di patria.
Parto con in cuore la viva fiamma dell'amore che per Voi nutro. Voi, fate cuore, il dolore passa e non dura. Volgetevi a quel Dio che affanna e che consola, e Lui tergerà il vostro pianto. La mia intenzione già la conoscete; non state dunque, per carità, e per Dio ve ne scongiuro a venirmi a cercare. Io voglio rendere quel tributo alla patria che esige da un giovane di vent'anni. Se morrò, morrò da prode, se la vita mi sarà riservata, ritornerò nel vostro grembo per abbracciarvi e per ritornare di bel nuovo ai miei studi, se Dio mi conserverà la vocazione. Non venite, ve ne scongiuro, a cercarmi; perché le conseguenze sarebbero troppo funeste per Voi e per me. A Dio sia reso il pondo dei vostri sacrifici ed Egli ve lo allevierà.
Un bacio e un amplesso dal vostro aff.mo figlio
Giuseppe
N.B. Fissatevi in mente che è fin da Natale che volevo partire e che da quel giorno in poi sempre mi fervé in cuore il desiderio di correre dietro a quella voce di Patria che mi chiamava con viva istanza sotto le bandiere che la debbono difendere. Addio. Salutatemi tutte le sorelle e sono debitore di £.2 all'Ambrogina.
Note successive alla lettera:
Dopo quattro giorni chi sa per quali vie giunse a San Martino quando da pochi minuti si era iniziata la battaglia ed egli fece il suo dovere a San Martino.
Al termine ritornò ad Onno e si iscrisse all'Università di Pavia in Fisica e Matematica dedicandosi soprattutto alla propaganda patriottica in vista di nuovi eventi.
Nel 1860 partecipò alla Spedizione dei Mille.
Fu aggregato alla V compagnia (F.Anfossi).
Combatté valorosamente a Calatafimi.
A Palermo ebbe una profonda lacerazione al braccio destro e il fratello Carlo per lui scrisse la seguente lettera a Battista:
"Caro fratello,
Trovandomi attualmente ferito, e non potendo quindi scriverti di proprio mio pugno, ho pensato bene di dettare questa lettera al fratello Carlo, che parimenti è ferito. Quanto vi era di più arduo in questa gloriosa e patriottica impresa l'abbiamo superato. Gloriosi riposiamo qui sui nostri allori.
In verità, fratello mio, e già ben il sai, non vi è cosa più dolce al mondo che il pugnare per la libertà di un popolo oppresso e per esso soffrire.
Le sollecitudini, le cure, le gentilezze che ci usano queste belle palermitane alleviano di solito i dolori delle ferite."