Nei prossimi giorni all’ARS si discuterà un DDL che in molti definiscono “pericoloso” per il benessere animale, che va in direzione opposta alla lotta contro il randagismo, una mossa per favorire i privati nella gestione dei canili ma che procura comunque un grave nocumento ai volontari, che spesso si sono sostituiti ai Comuni nel prestare soccorso e nello stallare cuccioli o adulti.
Il mondo delle associazioni e una parte politica non resterà inerme mentre si consuma l’ennesimo scempio a danno degli animali.
Cosa dice la norma
La VI commissione dell' ARS ha proposto delle modifiche alla Legge regionale numero 15 del 2022, pare che lo abbiano fatto senza sentire il garante dei diritti degli animali, l’ ANCI e le associazioni, che avevano coadiuvato la stesura della legge regionale in attesa del manuale operativo.
Nella proposta di legge, che dovrà essere discussa in Assemblea, i punti principali sono riassumibili nel: privilegiare gli affidamenti a privati nella gestione dei canili mettendo a rischio la collaborazione con le associazioni dei volontari, cioè coloro che si sono occupati, gratuitamente, di trovare adozione ai cani rimasti in canile per troppo tempo, spesso anche sostenendo delle spese; esclusione della la reimmissione dei cani vaganti sul territorio dopo il prelievo e la sterilizzazione, riducendo il ruolo delle associazioni animaliste, eliminando incentivi alle adozioni e limitando drasticamente le risorse destinate alla gestione dei rifugi. Queste decisioni, oltre a compromettere il benessere degli animali, rischiano di aggravare il problema del randagismo in Sicilia e di arrecare un danno all’Erario così come di scaricare le problematiche sui volontari; eliminazione della sterilizzazione di gatti liberi – con conseguente aumento del randagismo felino – in capo agli attuali Enti di competenza.
Nel DDL poi viene eliminata la possibilità di far gestire i rifugi alle associazioni, che conoscono meglio di altri i cani lì presenti e anche quali adozioni favorire. C’è di più: verranno ridotte le ore di apertura al pubblico, quindi un vero e proprio disincentivo alla adozione.
Infine l’azzeramento dei contributi pubblici ai rifugi pubblici convenzionati, dopo 3 anni di degenza.
La posizione di OIPA nazionale
L’OIPA esprime preoccupazione e disaccordo rispetto al Disegno di Legge della VI Commissione, che andrebbe a modificare la legge regionale sulla tutela degli animali e la prevenzione al randagismo. Il nuovo testo smantella strumenti fondamentali per il benessere degli animali e rischia di portare la Regione Sicilia a indietreggiare nel percorso legislativo-culturale in materia di tutela del benessere animali e prevenzione al randagismo. L’OIPA ha prontamente inviato alla Regione le proprie osservazioni e invita a rivedere il provvedimento, ascoltando le associazioni che da anni operano sul territorio per garantire la tutela e la dignità degli animali. “Siamo già in campo per chiedere un immediato ripensamento di questa proposta di legge – commenta Ornella Speciale, Responsabile OIPA Italia dei Rapporti con le Istituzioni della Regione Sicilia – Continueremo a batterci per la difesa dei diritti degli animali e per una gestione del randagismo corretta da parte della Regione Sicilia”.
La presa di posizione di Safina
Esordisce così il deputato dem Dario Safina, contestando il DDL: “Un colpo mortale alla lotta contro il randagismo, un favore agli interessi privati e un danno enorme per volontari, Comuni e animali. Non possiamo permetterlo! Il Ddl smantella anni di progressi, lasciando un vuoto normativo sulla gestione dei rifugi e limitando la reimmissione sul territorio dei cani sterilizzati. Un attacco al volontariato: associazioni e privati cittadini, che in questi anni sono stati il vero argine al randagismo, vengono messi da parte. Più spazio ai privati, più costi per i Comuni: invece di rafforzare le strutture pubbliche, si aprono le porte agli interessi economici e si scaricano costi insostenibili sulle amministrazioni locali. A rischio le colonie feline: questa legge limita drasticamente il ruolo dei referenti, mettendo in pericolo un sistema che ha permesso una gestione più sostenibile del fenomeno.
Come assessore ai lavori pubblici di Trapani, ho toccato con mano il dramma del randagismo e il valore del lavoro dei volontari. So bene cosa significa questa legge e so che dobbiamo fermarla”.
Il deputato annuncia battaglia in Aula: "Difenderò il lavoro di chi ogni giorno si prende cura dei nostri animali e dirò NO a una legge che trasforma il randagismo in un business sulle spalle di tutti noi”.
La Vardera pronto alle barricate
Il deputato regionale di Contro Corrente, Ismaele La Vardera, non ci sta e promette di non lasciare sole le associazioni animaliste: “In queste ore il Governo vuole portare in Parlamento una legge che incredibilmente favorisce il randagismo. Come presidente dell’intergruppo a tutela degli animali ho appena depositato decine di emendamenti per bloccare questo scempio, pensate hanno fatto una legge senza coinvolgere le associazioni animaliste, delle serie noi ne capiamo di più di chi tutela ogni giorno gli animali. Sono pronto a fare le barricate per impedire che questa legge venga approvata.
Nel merito condivido comunicato dell’Oipa che parla di ritorno al passato, preoccupazioni condivise dalla maggior parte delle associazioni a tutela degli animali”.
Il No dei 5 Stelle
“La legge sul randagismo che la settimana prossima sbarcherà in aula è un obbrobrio che va fermato a tutti i costi, cancella alcune delle poche norme corrette varate nella scorsa legislatura, favorisce i privati e mette all'angolo le associazioni e i volontari che per decenni e con grandi sacrifici si sono sostituiti alle istituzioni per la lotta al randagismo e per assicurare il benessere animale. Deve assolutamente tornare in commissione, cosa che ho chiesto assieme all’audizione delle associazioni e del garante per il benessere animale che non sono state ascoltati e che andavano assolutamente convocati proprio per evitare quello che sta succedendo: partorire una legge che farà solo danni”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all'Ars, Antonio De Luca, che intanto con il suo gruppo ha messo a punto una sfilza di emendamenti abrogativi e modificativi per sbarrare la strada alla legge nella malaugurata ipotesi che il testo dovesse comunque sbarcare a Sala d'Ercole.
“Sarebbe gravissimo – dice Antonio De Luca – legiferare senza tenere conto del parere, dei suggerimenti e delle esigenze di chi ogni giorno ha a che fare con gli animali, schiacciando l'occhio ai privati e ai gestori dei canili che, grazie alle modifiche previste, potranno operare con maggiore possibilità di non rispettare il benessere dei randagi e l’incentivo all'adozione. Gravissimo, inoltre, non avere coinvolto il garante del benessere animale”.
“Le vergognose modifiche apportate alla Legge regionale 15/2002 – dice l'ex deputata nazionale M5S Antonella Papiro – dimostrano ancora una volta come chi è alla guida del governo regionale non solo sia lontano e non conosca minimamente le problematiche che coinvolgono i territori, ma agisca per logiche lontane dall’interesse della comunità e di ciò che dovrebbe essere garantito anche per Costituzione, considerate le recenti modifiche che tendono a tutelare gli animali e l’ambiente. Mortificare e depotenziare il ruolo dei volontari, che tanto si sono spesi sul territorio, dimostra come l’interesse non sia quello di fare il bene dei randagi o colmare le lacune di una legge partorita male in partenza, ma quello di agevolare i privati”.