Gentile direttore, ormai da settimane le tubature di Trapani lavorano a mezzo servizio, erogando acqua per una manciata di ore prima di iniziare a soffiare aria. Sempre più spesso invece avviene che il turno dell'acqua venga saltato e la zona servita rimanga all'asciutto.
Già parlare di "turni" idrici in una città europea del XXI° secolo dovrebbe essere materia di seria riflessione ma noi trapanesi siamo resilienti e abitudinari. Ci facciamo piacere ogni cosa e ci adattiamo con rassegnazione. Anche alle cause di questi disservizi che sono imputabili a ... no, stiamo scherzando.
La causa dell'erogazione idrica a singhiozzo (o assente) non è data sapere in quanto i canali di comunicazione ufficiali del Comune di Trapani non avvisano la cittadinanza sulle interruzioni, tanto meno forniscono motivazioni su questi continui disservizi.
Eppure è la stessa carta dei servizi di Trapani (peraltro scaduta e non si sa se prorogata) che dovrebbe garantire ai cittadini un'amministrazione trasparente con avvisi puntuali. Il motivo è facilmente intuibile ma vale la pena ricordarlo: se un cittadino è a conoscenza di un'interruzione idrica può ottimizzare i consumi al fine di non restare senza acqua.
A parte l'obbligo di legge, si tratta di una banale gentilezza verso quei cittadini che pagano fior di migliaia di euro ai neo-incrementati stipendi di sindaco e assessori. Le basi del rispetto, null'altro che la semplice cortesia a una popolazione che se chiede acqua, non lo fa per capriccio.
"Date loro il vino" sembra quasi di sentire in sottofondo. E sono lontani i tempi in cui il dirigente Amenta, in una conferenza stampa d'agosto, paventava risultati idrici che "non si registravano da almeno 10 anni". Se i risultati idrici camminano a braccetto con i risultati della trasparenza amministrativa forse sì, da almeno 10 anni non si registravano successi di questo tipo.
Luca Sciacchitano