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06/03/2025 13:00:00

 La vicenda di Aziz Tarhouni al CPR di Trapani: l'appello alla Regione Siciliana

Aziz Tarhouni ha solo 18 anni, ma la sua storia racconta una realtà fatta di dolore e disperazione. Fuggito dalla Tunisia per sottrarsi alla violenza, è stato trattenuto nel Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) di Trapani, dove ha già tentato due volte il suicidio. Nonostante le sue condizioni, le autorità continuano a considerarlo idoneo alla detenzione, una decisione che solleva serie preoccupazioni sui criteri adottati per il trattenimento degli immigrati nei CPR.

L’avvocato di Aziz ha espresso un timore concreto: "Ho paura che possa essere presto il prossimo Ousmane Sylla", riferendosi a un'altra tragica vicenda legata ai CPR italiani. Il caso di Aziz, infatti, non è isolato ma si inserisce in un quadro più ampio di criticità legate a queste strutture.

Le denunce sulle condizioni nei CPR

L’appello per un intervento immediato è stato lanciato da Pietro Giangrasso, già Consigliere Comunale di Favignana, che denuncia le condizioni inaccettabili nei CPR italiani. Secondo dati ufficiali, nel 2024 erano attivi 13 centri in Italia, con oltre 1.500 persone trattenute. "Questi numeri dimostrano l’urgenza di una revisione del sistema, che presenta evidenti criticità", ha dichiarato Giangrasso.

Le segnalazioni sulle condizioni di vita all’interno dei CPR sono allarmanti: sovraffollamento, carenze igienico-sanitarie e totale assenza di supporto psicologico adeguato. Secondo un rapporto del 2023, almeno il 30% delle strutture non rispetta neanche i minimi standard di vivibilità. Organizzazioni internazionali come Medici Senza Frontiere e Amnesty International hanno documentato episodi di trattamenti inumani e degradanti, denunciando un sistema che viola i diritti fondamentali.

L’appello alla Regione Siciliana

"Non possiamo permettere che la Sicilia, come altre regioni, sia teatro di queste situazioni inaccettabili", ha dichiarato Giangrasso, esortando la deputazione regionale siciliana a intervenire con urgenza. "Chiediamo che la Regione avvii un’indagine approfondita sulle condizioni all’interno del CPR di Trapani e che venga richiesta una revisione delle modalità di gestione a livello nazionale".

Le istituzioni locali, sottolinea Giangrasso, hanno il dovere di garantire il rispetto della dignità umana all’interno di queste strutture. "La nostra Costituzione lo impone. L’Italia, e la Sicilia in particolare, non possono voltarsi dall’altra parte. È il momento di agire con determinazione per fermare questa spirale di violazioni dei diritti umani".



STUDIO VIRA | 2025-04-09 10:50:00
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