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04/03/2025 06:00:00

Otto mesi per un referto istologico: la Procura indaga, vertice in Regione. La sanità siciliana è un caos

Il calvario subito dalla professoressa Maria Cristina Gallo, di Mazara, che ha ottenuto il referto istologico solo dopo 8 mesi, quando già il cancro era al quarto stadio, ha scoperchiato il vaso di Pandora della sanità trapanese (e siciliana). Non è un caso isolato quello dell’ASP di Trapani ma le ispezioni avviate, già nei mesi scorsi, raccontano di una Sanità precaria come la salute di chi assiste.

La Procura di Marsala intanto ha aperto un'indagine. La donna aveva presentato un esposto. Il referto, sollecitato più volte anche per vie legali e arrivato con incredibile ritardo, ha diagnosticato alla donna un tumore al quarto stadio che, nel frattempo, ha prodotto metastasi. I pm, coordinati dal procuratore Fernando Asaro, nei giorni scorsi hanno acquisito le cartelle cliniche all'ospedale di Mazara in cui, a dicembre del 2023, la Gallo era stata operata. Scopo dell'indagine accertare l'eventuale nesso di causalità tra il ritardo e l'aggravamento della malattia.
"Non voglio giustizia ma voglio praticare la giustizia per il futuro", ha detto l'insegnante che ora si sta sottoponendo alla chemioterapia. "Oramai il male è stato compiuto - ha commentato la paziente in cura all'istituto nazionale tumori di Milano- la mia battaglia non è né rancore e né rabbia ma è solo per cambiare le cose"


Indagine della sanità siciliana
In totale ad oggi sono sette le indagini che l’assessorato regionale alla Salute ha disposto. C’è una chiara falla nel sistema che è nota da tanto: carenza di medici, di tecnici, di operatori, che si traducono in lentezza e anche in inciampi, che però equivalgono ad attentati alla salute dei cittadini. Tutto ciò è incomprensibile ma soprattutto inaccettabile. Ascrivibile a casi di malasanità. Un referto che arriva tardi porta con sé il logorio della malattia, il suo decorso non aspetta la refertazione. E poi il tarlo: un referto arrivato in tempo avrebbe bloccato la malattia?

Vertice a Palermo
Ieri pomeriggio si è tenuto, a Palazzo d’Orléans, un incontro tra il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l'assessore alla salute Daniela Faraoni e i due dirigenti generali Salvatore Iacolino e Giacomo Scalzo.
Il tema affrontato è stato quello dei ritardi nell'elaborazione e nella consegna dei referti istologici. Oggi pomeriggio a Palazzo d'Orléans, il direttore generale e il direttore sanitario dell'Asp di Trapani, Ferdinando Croce e Danilo Greco, sono stati convocati dal Presidente Schifani per approfondire la vicenda dei ritardi nell'elaborazione e nella consegna dei referti istologici.
Ieri mattina, invece, a Trapani, si è svolta l’ispezione voluta dalla Regione.

Interrogazione parlamentare
La deputata del M5S Ida Carmina ha depositato una interrogazione urgente al Ministro della Salute Schillaci per i ritardi dei referti degli esami istologici all’Asp di Trapani: “L’unico dato tangibile è che si potenziano le strutture sanitarie private, sia quelle convenzionate, sia quelle a pagamento. La cabina regionale e le ispezioni dell’Assessorato regionale alla salute non hanno fatto chiarezza sulle criticità in corso e nella verifica dei livelli essenziali di assistenza, dall’ultimo monitoraggio del Ministero della Salute, la sanità siciliana per l’area prevenzione, distrettuale e ospedaliera, è inchiodata agli ultimi posti in Italia, ben al di sotto della sufficienza. Il Governo Schifani smetta di dedicarsi a vertici e controvertici per piazzare bandierine tra posti di sottogoverno e poltrone in Sanità e nei Liberi Consorzi e si occupi del più grave problema: una Sanità disastrosa che mette in pericolo la vita dei siciliani invece di curarli. Ed il Ministro Schillaci intervenga subito, non faccia il Ponzio Pilato, l’ombra che aleggia inconsistente, perché ciò che accade in Italia ed in Sicilia è di sua diretta responsabilità”.


Le segnalazioni e le prestazioni garantite
Ad oggi molti purtroppo non conoscono le prestazioni garantire dal sistema sanitario nazionale, dunque attendono le infinite liste di attesa ovvero ricorrono al privato pagandole di tasca propria.
C’è un percorso che i più non conoscono ma di cui si è data notizia più volte e che prende il nome di “prestazioni garantite”. Si consente al paziente/utente di avere, a pagamento, la prestazione richiesta nel pieno rispetto delle tempistiche indicate dal medico, la spesa sostenuta, con apposito modulo compilato, verrà interamente rimborsata. Si tratta di un modo per arginare le liste di attesa e che consente al cittadino di avere prontamente una prestazione. Il decreto 17 febbraio 2025 del Ministro della Salute, in attuazione della 107 del 29 luglio 2024, ha introdotto le Linee guida di realizzazione, funzionamento e interoperabilità della Piattaforma Nazionale Liste di Attesa (PNLA) che stabiliscono i requisiti tecnici per la definizione dei criteri di realizzazione e di funzionamento della Piattaforma nazionale delle liste di attesa, nonché dei criteri di interoperabilità tra la medesima Piattaforma e le piattaforme regionali. La Piattaforma si propone di garantire, a livello nazionale, il monitoraggio relativo ai tempi di attesa in relazione alle classi di priorità e alla disponibilità delle agende in regime Servizio Sanitario Nazionale e in Attività Libero-Professionale Intramuraria. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, le regioni e le province autonome dovranno predisporre un progetto operativo per la realizzazione dell’interoperabilità tra le piattaforme regionali e la Piattaforma nazionale delle liste di attesa concordando con Agenas i tempi di realizzazione.

Esami e medicina difensiva
Si riscontra come, ultimo dato aggiornato a febbraio 2025, almeno il 40% degli esami di diagnostica per immagini, dalle tac alle risonanze magnetiche, è inappropriato. Lo ha sottolineato la presidente della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (Sirm), Nicoletta Gandolfo: “Si tratta cioè di esami in eccesso o inutili”.
Le liste di attesa si allungano anche per appropriatezza prescrittiva, carenza di personale, sottofinanziamento della sanità.

Le reazioni della politica
Il deputato del PD, Dario Safina, parla di la sanità pubblica come un labirinto senza uscita, dove i pazienti restano intrappolati nelle liste d’attesa.
Riferendosi poi all’ultimo caso registrato parla di una politica che si occupa di spartire poltrone e non di risolvere problemi: “L’ultimo caso è emblematico. Un paziente è morto senza neanche conoscere l’esito del suo esame, arrivato solo dopo il decesso. Non è un fatto isolato, ma il segnale di un sistema al collasso, il risultato di anni di scelte politiche sbagliate e di una gestione che ha privilegiato l’appartenenza invece del merito. Perché questa è la verità: il centrodestra ha trattato la sanità come un bottino elettorale, assegnando ruoli di vertice non a chi aveva le competenze, ma a chi rispondeva agli equilibri della spartizione politica. Tutto questo è dimostrato dagli interventi di alcuni e dai silenzi di altri. C’è chi alza la voce per difendere questo o quel manager, chi si affretta a giustificare il proprio operato, e chi invece tace, perché sa di essere parte di un sistema costruito sulle logiche della lottizzazione. È proprio questo il punto: la sanità siciliana è diventata un terreno di conquista politica, dove ognuno difende i propri interessi di partito anziché quelli della comunità. E nel frattempo, i cittadini continuano a pagare il prezzo più alto”.
Si tratta, dice Safina, di una responsabilità politica “con Schifani che ha continuato a lottizzare la sanità siciliana, trasformando ospedali e aziende sanitarie in feudi di partito. È di chi ha svuotato il sistema sanitario pubblico con tagli e scelte miopi, condannando i cittadini a sofferenze inaccettabili. Non siamo qui per la caccia alle streghe, ma per dire le cose come stanno. La sanità non può essere il campo di battaglia delle nomine e degli interessi di partito. Il diritto alla salute è troppo importante per essere sacrificato sull’altare della lottizzazione. Il centrodestra ha la responsabilità politica di questo disastro e non potrà lavarsene le mani con giustificazioni di comodo”.

Fratelli d’Italia in provincia di Trapani si è espressa attraverso Nicola Catania, non più parlamentare regionale, mentre tacciono gli altri vertici. Catania si dice fiducioso per le ispezioni in corso "Spazzando ogni dubbio o attacco diretto, spesso anche gratuito, nei confronti degli attuali vertici dell’Asp Trapani che in queste ore si stanno registrando”. Un utilizzo, secondo l’ex deputato meloniano, della questione “imbarazzante… c’è chi utilizza questo dramma e questa situazione così delicata per farne occasione di visibilità propria o, ancor peggio, di strumentalizzazione politica se non di vero e proprio sciacallaggio. Prima di puntare il dito su questo o su quello è opportuno aspettare l’esito delle ispezioni, va bene la denuncia pubblica di fatti così gravi, ciò che è inaccettabile è l’autonoma individuazione dei responsabili”.
Occhi puntati poi su quanto finora fatto: “L'operato è testimoniato anche dagli innumerevoli bandi di assunzione di personale medico e non, volti a rimpinguare le Unità operative carenti; bandi che, è giusto si noti, spesso sono andati deserti. Si è anche assunta la coraggiosa decisione di NON rilascio di nullaosta che, nel passato, hanno determinato la prassi dell'assunzione sulle reali disponibilità e l'immediato trasferimento su altre sedi”.