L'ultima mossa di Donald Trump ha scatenato polemiche e indignazione. Dopo il video choc in cui immaginava il futuro di Gaza con spiagge dorate, danzatrici, Elon Musk che banchetta, una statua dorata con la sua effige e drink con Netanyahu sullo sfondo di un territorio devastato – dove, secondo Oxfam, sono stati massacrati 24.000 tra donne e bambini –, il tycoon ha teso un vero e proprio agguato diplomatico al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, recatosi a Washington per un accordo sulle terre rare.
Già la natura del viaggio era emotivamente complessa per il leader di una nazione invasa e martoriata da Vladimir Putin. Ma Zelensky, statista di guerra, ha dimostrato fin dall'inizio del conflitto la sua determinazione, rifiutando l'esilio proposto da Joe Biden nel febbraio 2023 per difendere il suo Paese.
All'arrivo negli Stati Uniti, è stato subito schernito da Trump per il suo abbigliamento militare con un sarcastico: "Ciao, sei in tiro oggi", seguito da battute di J.D. Vance e perfino di un giornalista. L’incontro, durato 50 minuti, è diventato rapidamente incandescente, fino al momento clou in cui Trump ha letteralmente "cacciato" Zelensky.
La miccia è stata accesa dal vicepresidente Vance, in cerca di visibilità dopo essere stato oscurato dalla figura di Musk. L'esponente repubblicano, allineato alla linea dura di Trump e alla comunità Make America Great Again (MAGA), ha accusato Zelensky di mancanza di rispetto verso gli Stati Uniti, ricordandogli la sua visita in Pennsylvania durante la campagna elettorale di Biden. Un riferimento chiaro alla convinzione dell’ucraino che una presidenza Trump sarebbe una minaccia per la sua nazione.
"Ho chiesto solo garanzie", ha risposto Zelensky, richiamando il precedente del 2014 con l’annessione della Crimea da parte della Russia e il tradimento del Memorandum di Budapest del 1994, con cui l'Ucraina aveva rinunciato alle armi nucleari in cambio di garanzie di sicurezza da parte di USA, Regno Unito e Russia.
La replica di Trump è stata gelida: "Giochi con la terza guerra mondiale, fai l'accordo o resti solo".
Come immediata conseguenza dello scontro, il tycoon sta valutando il blocco totale degli aiuti militari a Kiev, mettendo a rischio miliardi di dollari in radar, veicoli, munizioni e missili.
Dopo l'incontro, Trump ha dichiarato: "Ho avuto l'impressione che Zelensky voglia lottare, lottare, lottare. Io e Putin vogliamo la pace", lasciando intendere che l’unica opzione per l’Ucraina sarebbe un accordo con la Russia.
Mentre leader europei come Emmanuel Macron, Keir Starmer e Ursula von der Leyen hanno espresso solidarietà a Kiev, il vicepresidente del Consiglio italiano, Matteo Salvini, ha invece esultato: "Forza Trump".
Divergenze anche in Italia: Forza Italia, attraverso il portavoce Raffaele Nevi, ha invocato cautela per evitare tensioni tra UE e USA. Ma la Lega ha risposto duramente: "L’UE è diventata una gabbia di regole assurde. Evviva la libertà, evviva Trump", ha dichiarato il deputato Paolo Formentini.
Salvini ha chiuso la polemica con un messaggio chiaro: "Dopo tre anni di guerra e centinaia di migliaia di morti, è giunta l'ora della pace. L’Italia ha il diritto e il dovere di lavorare con gli USA per evitare la Terza guerra mondiale". Ma quale pace? Quella che lascia l’Ucraina in balia di Putin? Con buona pace dei figli dell’Ucraina.
Vittorio Alfieri