"Perchè in ospedale a Trapani non posso assistere la mia anziana madre?"

 Gentile direttore di Tp24,

sono un cittadino addolorato per la situazione che sto vivendo all'interno dell'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani. Mi spiego meglio, da oltre una settimana la mia anziana madre si trova ricoverata presso l'ospedale nel reparto di Medicina generale, conosciamo tutti bene le difficoltà che ci sono in questi luoghi per la carenza di personale, la mia pertanto non vuole essere un'accusa nei confronti di nessuno. Tuttavia penso che alcuni aspetti dovrebbero essere considerati meglio nell'interesse di tutti, e in primo luogo dei pazienti. Non mi dilungo sulle esperienze dirette alle quali ho assistito, ne cito solo due come esempio, ossia un'anziana malata che nell'avventurarsi a bere un bicchiere d'acqua da sola, si è versata il liquido addosso restando con gli indumenti bagnati per qualche ora. Ci sarebbe inoltre il problema di chi ha difficoltà a mangiare da sola e si vede costretta a mangiare il cibo ormai freddo grazie all'aiuto dei familiari che giungono dopo l'ora del vitto.

La domanda che mi pongo è la seguente: per quale motivo non è più concesso ai familiari o a un assistente di stare accanto al malato? Se la cosa poteva essere compresa durante il periodo della pandemia, ora, e dopo la totale assenza di precauzioni di ogni genere, non si capisce per quale motivo non sia possibile dare conforto, fisico e morale, al proprio malato, nel mio caso anziano.

Considerando che sarebbe un modo per alleggerire il lavoro del personale infermieristico, trovo assolutamente inconcepibile che questa cosa sia vietata da qualcuno. Non voglio essere malizioso e pensare che la presenza di un familiare possa essere un disturbo per quanti preferiscono lavorare senza essere osservati da chicchessia. Nonostante tutto continuo a essere fiducioso nel genere umano, e penso che almeno questo problema possa essere facilmente risolto senza neppure investire un centesimo da parte dell'azienda ospedaliera. La prego di girare questa mia esortazione a chi di competenza, noi cittadini normali non abbiamo la possibilità di comunicare agevolmente con le alte istituzioni. Spero che questo mio messaggio possa far riflettere quanti detengono il potere per cambiare questo genere di cose. La sofferenza di un anziano in una struttura ospedaliera è pari solo a quella di un bambino, non si capisce perché nei reparti pediatrici la presenza della mamma o del padre sia contemplata, mentre con gli anziani no. La ringrazio per il tempo che mi dedicherà e spero che questa mia venga pubblicata in quanto sfogo di un cittadino rispettoso delle istituzioni.

Giovanni Pellegrino