Si è tenuto il 24 febbraio il consiglio comunale di Marsala, il primo della settimana che porterà all'approvazione del bilancio. L'assise era convocata per le 16:30, ma è iniziata alle 17:45. Dopo l'apertura e le comunicazioni, si è passati all'approvazione di una delibera di Giunta, operazione durata in totale 10 minuti e 30 secondi. Questo atto era una conditio sine qua non per dotare l’ente del bilancio, ossia il Piano di valorizzazione e dismissione degli immobili di proprietà comunale, redatto ai sensi dell’articolo 58 del D.L. n. 112/2008, convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008.
La vicepresidente del consiglio, Milazzo, ha deciso di sospendere la seduta poiché la delega al patrimonio spetta al sindaco. Dopo aver contattato il vicesindaco Tamburello, che ha comunicato che sarebbe venuto lui stesso a fornire chiarimenti, la consigliera Genna si è opposta, chiedendo quali componenti della Giunta avessero votato l’atto. Alla risposta della Milazzo, la Genna ha replicato: "Due sono presenti in aula – Agate e Bilardello – possono relazionare perché hanno votato l’atto e lo conoscono". Nonostante ciò, la Milazzo ha confermato la sospensione della seduta, suscitando l’ira della collega, che ha gridato: "Vergogna!".
Alla ripresa, dopo 47 minuti e 30 secondi – durante i quali Ferrantelli ha raccontato la favola della volpe e l’uva, affermando "Non so se il paragone calza, ma comunque" – il documento è stato approvato. Considerando anche i 10 minuti e 30 secondi iniziali, in totale il provvedimento è stato esitato in 58 minuti.
Alla luce dei fatti, perché tornare in aula il giorno successivo sempre alle 16:30? Non sarebbe stato possibile ottimizzare il tempo e concludere tutto in un’unica seduta, evitando di iniziare con 75 minuti di ritardo? Ciò avrebbe permesso di risparmiare sulle casse pubbliche: gettoni di presenza per i consiglieri, straordinari per impiegati e funzionari, oltre al tempo di dirigenti e assessori che avrebbero potuto impiegarlo in maniera più proficua per l’ente. Ovviamente, tutti lavorano per il bene della comunità.
Vittorio Alfieri