Il pm della Dda di Palermo Federica La Chioma aveva invocato la condanna di tutti gli imputati (sette), ma per il Tribunale di Marsala non ci sono prove sufficienti per affermarne la colpevolezza. E quindi ha assolto tutti (“il fatto non sussiste”). E’ stato questo il verdetto nel processo di primo grado a sette persone rimaste coinvolte nell’operazione antidroga della Guardia di finanza “Sugar”, scattata l’1 dicembre 2022 a Mazara.
Allora, gli investigatori individuarono due presunte organizzazioni criminali accusate di gestire altrettante piazze di spaccio. Imputati, davanti il Tribunale di Marsala, Cristian Vito Peraino, di 36 anni, di Marsala, Francesca Nadia Barbera, di 37, Pietro Cannavò, di 41, Paola Perniciaro, di 26, Clara Policardo, di 73, Francesca Pizzo, di 26, tutti di Mazara, come pure il romeno Stefan Daniel Mihaescu, di 29. Nel dettaglio, il pm La Chioma aveva invocato quattro anni, otto mesi e 26 giorni di reclusione per Peraino, Barbera e Cannavò, tre anni per Policardo, due anni e 8 mesi per Mihaescu, due anni per Perniciaro e Pizzo. I due gruppi criminali avrebbero gestito le rispettive piazze di spaccio entrambe nel quartiere popolare di “Mazara 2”. Ciò, secondo quanto emerso nelle indagini coordinate dalla Dda di Palermo, attraverso una capillare rete di distribuzione in grado di perfezionare quotidianamente molteplici cessioni di sostanza stupefacente, diversificandone l’offerta: dal crack, alla marijuna, all’hashish e alla cocaina. Ventuno, in tutto, le persone indagate. Per 13 di loro fu disposta la misura cautelare del divieto di dimora nelle province di Palermo, Trapani e Agrigento, per gli altri otto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
A difendere i sette imputati assolti sono stati gli avvocati Alessandro Casano, Felicita Tranchida, Antonina Bonafede, Simone Bonanno e Vito Perricone. Altre undici persone coinvolte nella stessa indagine sono state già condannate il 5 settembre 2023 nell’abbreviato davanti al gup di Palermo Rosario Di Gioia (si attende la sentenza d’appello). In primo grado, la pena più severa (quattro anni e 2 mesi di carcere e 10 mila euro di multa) venne inflitta a Salvatore Addolorato, di 47 anni, presunto leader di una delle due organizzazioni. A capeggiare l’altra, secondo l’accusa, sarebbe stata una sua cugina, Rachela Maria Addolorato, di 49 anni, condannata a due anni e 2 mesi per spaccio, ma assolta da associazione per delinquere. Di questo secondo gruppo avrebbero fatto parte anche il marito Pietro Perniciaro, condannato dal gup di Palermo a due anni e 4 mesi, i figli Paola e Giuseppe Perniciaro (due anni e 4 mesi anche per quest’ultimo), la madre Clara Policardo, il fratello Salvatore Addolorato, di 29 anni, condannato a due anni e mezzo, e la compagna Francesca Pizzo.
Gli altri imputati condannati dal gup Di Gioia sono Alessandro Accardi (tre anni di carcere), Giuseppe Addolorato (due anni e 4 mesi), Francesco Addolorato (due anni), Gianluca Addolorato (due anni), Alex Salerno (un anno e 10 mesi), Mario Carmelo Addolorato (un anno e 8 mesi). Per gli ultimi quattro la pena è stata sospesa. Disposta la confisca del motopesca “Domenico Infante” del 47enne Salvatore Addolorato. Sono stati, infine, assolti “per non aver commesso il fatto” Roberto Culicchia e Michele Alfano, rispettivamente di 43 e 54 anni.