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25/02/2025 11:00:00

 Giorgia Meloni, la "democristiana"

Il Presidente del Consiglio dei ministri italiano è intervenuta alla Conservative Political Action Conference (CPAC), una conferenza politica annuale a cui partecipano attivisti conservatori e politici provenienti da tutti gli Stati Uniti e dal resto del mondo. L'evento si è svolto a Washington e ha registrato la defezione di un astro nascente dell'ultradestra europea, Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National di Marine Le Pen, dopo il saluto romano di Steve Bannon, da lui definito un "gesto nazista".

Nel suo discorso, da "navigata democristiana", Meloni si è posizionata al centro perfetto dell'Atlantico, evitando di scontentare sia l'Europa sia l'America trumpiana, dichiarando: "Trump è forte, non si allontanerà dall'Europa", a differenza di quanto, secondo lei, "si augurano i nostri avversari". Anche perché, assicura, la voce dei conservatori al governo cresce sempre di più, a partire dal suo.

L'adesione alla tradizione del partito di Andreotti è confermata dalla scelta di tenersi lontana dalle polemiche innescate dalle accelerazioni e dalle esagerazioni verbali—vere e proprie perifrasi—della nuova amministrazione americana, che hanno spiazzato le cancellerie di mezza Europa. "Scommetto che il presidente Trump, che è un leader forte ed efficace, lavorerà per rafforzare la nostra alleanza, collaborando con il mio governo e con l'Europa", ha dichiarato.

Meloni ha inoltre rivendicato l'appoggio dell'Italia a Kiev, ribadendo che "l'Ucraina è stata aggredita" e sostenendo che con Trump alla Casa Bianca "non vedremo mai più quello che è accaduto in Afghanistan quattro anni fa", ossia il ritiro delle truppe statunitensi da Kabul, avvenuto sotto la presidenza Biden. Quest'ultimo giustificò la decisione con una dichiarazione cinica: "Non abbiamo più interessi a rimanerci". Tuttavia, la narrazione fornita da Meloni risulta parziale: è vero che Biden ha portato a termine il ritiro, ma la decisione era stata presa dal suo predecessore.

La storia è chiara: nel 2001 gli Stati Uniti mossero guerra all'Afghanistan; dopo l'uccisione di Bin Laden nel 2011, Obama programmò il ritiro entro il 2016, affidando il governo alle forze locali, ma ciò non avvenne. Nel 2017, con Trump alla Casa Bianca, si decise di porre fine alla "forever war", come veniva definita negli USA. La sua amministrazione avviò trattative con i talebani, culminate nel febbraio 2020 con un accordo che prevedeva il ritiro completo delle 12.000 truppe americane entro il 1º maggio 2021. In cambio, i talebani avrebbero dovuto interrompere ogni legame con gruppi terroristici, tra cui Al-Qaeda.

Quando Biden entrò in carica, in Afghanistan erano rimasti tra i 2.500 e i 3.500 soldati statunitensi. Il 15 agosto 2021, i talebani riconquistarono Kabul.

Citando Pericle, come ha fatto Giorgia Meloni: "La felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio", si potrebbe aggiungere che il coraggio di omettere la verità fattuale, da parte sua, è quanto mai evidente.

Vittorio Alfieri