Si apre oggi, martedì 25 febbraio, alle 9.30, presso il Nuovo Palazzo di Giustizia di Palermo, l’udienza preliminare dell’Operazione Eirene, l’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia che lo scorso settembre ha portato all’arresto di 13 persone tra Alcamo, Calatafimi e Trapani.
Sarà il giudice per l’udienza preliminare Paolo Magro a decidere se accogliere la richiesta del PM Pierangelo Padova della DDA di Palermo e disporre il rinvio a giudizio per gli imputati, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, traffico di droga e scambio elettorale politico-mafioso.
Tra gli imputati anche l'ex senatore Papania e l'ex vicesindaco Perricone
Tra gli imputati di maggior rilievo figura Nino Papania, ex senatore alcamese, accusato di voto di scambio politico-mafioso. Insieme a lui, dovrà comparire davanti al GUP anche Pasquale Perricone, ex vicesindaco di Alcamo, ritenuto dagli inquirenti il mediatore tra esponenti mafiosi e ambienti politici per ottenere voti in modo illecito alle ultime elezioni regionali a favore del candidato Angelo Rocca, poi non eletto.
Gli altri imputati detenuti
Oltre a Papania e Perricone, attualmente detenuti presso il carcere Pagliarelli di Palermo, compariranno in aula anche altri imputati sottoposti a misure cautelari in carcere, tra cui:
- Francesco Coppola (64 anni), considerato il capomafia di Alcamo;
- Giosuè Di Gregorio (54 anni);
- Giuseppe Sciacchitano (49 anni);
- Gregorio Ascari (64 anni);
- Salvatore Li Bassi (Calatafimi, ritenuto successore del boss Nicolò Pidone);
- Antonino Minio (Trapani, 54 anni);
- Giorgio Benenati (Salemi, 55 anni).
Gli altri imputati liberi o ai domiciliari
Non sono sottoposti a detenzione, ma dovranno comunque presentarsi all’udienza preliminare:
- Fabio Ciotti (49 anni, Alcamo);
- Antonio Provenzano (52 anni, Alcamo);
- Nicolò Melodia (28 anni, Alcamo);
- Diego Pipitone (61 anni, Trapani), attualmente agli arresti domiciliari.
Le accuse dell’Operazione Eirene
L’inchiesta Eirene, condotta dalla Polizia di Stato con il coordinamento della DDA di Palermo, ha fatto emergere un presunto intreccio tra politica e criminalità organizzata nel territorio compreso tra Alcamo, Calatafimi, Trapani e altri centri della provincia.
Le indagini hanno evidenziato legami tra boss locali e ambienti politici, con presunte pressioni elettorali esercitate dalla mafia per indirizzare il voto in favore di candidati compiacenti, in cambio di favori e protezioni.
L’udienza preliminare di oggi rappresenta il primo passo verso un eventuale processo che potrebbe confermare, o ridimensionare, il quadro accusatorio tracciato dalla DDA.