Hanno chiesto il processo con rito abbreviato i due giovani tunisini, Mahdi Hamrouni, di 25 anni, e Hazem Hamrouni, di 24, accusati di rapina e lesioni ai danni di una 21enne marsalese aggredita la sera del 13 settembre 2024 sul lungomare Boeo.
Quella sera, la ragazza, che era in compagnia di alcuni amici nei pressi del minigolf e del parco giochi per bambini, è stata avvicinata dai due giovani a bordo di un monopattino elettrico. Secondo l’accusa, i due nordafricani si sarebbero scagliati contro la giovane, le avrebbero puntato un coltello alla gola (arma impugnata dal 25enne), sputandole addosso e strappandole di mano lo smartphone. La vittima oppose resistenza, venendo ferita durante una colluttazione: un taglio alla mano sinistra. Probabilmente, anche nel tentativo di proteggersi il volto. Successivamente, lo stesso aggressore ha tentato di colpire al torace uno degli amici della ragazza, senza però riuscirci. I due sono poi fuggiti sul monopattino, portando via il cellulare e 40 euro custoditi nella cover. La pronta reazione della polizia, supportata dai bersaglieri dell’operazione “Strade Sicure”, consentì di rintracciare i presunti aggressori. Grazie alla geolocalizzazione, gli agenti recuperarono lo smartphone della vittima nascosto tra gli arbusti di piazza della Vittoria, nei pressi del busto di Garibaldi.
Tuttavia, i contanti erano già spariti. I due giovani tunisini furono fermati e trasferiti in custodia dalle forze dell’ordine. Dopo l’arresto, sono tornati in libertà con la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla pg. A difendere i due imputati sono gli avvocati Gabriele e Diego Tranchida. Ieri, l’udienza preliminare si è tenuta davanti al Gup Riccardo Alcamo. A rappresentare l’accusa è il pm Maria Milia. Nel corso dell’udienza, hanno chiesto e ottenuto di costituirsi parte civile la vittima, assistita dall’avvocato Vito Cimiotta, e il Comune di Marsala.” Siamo soddisfatti dell'ammissione della parte civile – ha commentato l’avvocato Cimiotta - Un piccolo passo verso l’ottenimento della giustizia per la ragazza rapinata”.
L’incubo per la giovane, però, non è finito con l’arresto dei suoi aggressori. Profondamente segnata dal trauma, la ragazza ha confessato di avere paura di uscire di casa e di essere in cura da uno psicologo.
"Ho paura di uscire di casa dopo quello che mi è accaduto, sto seguendo un percorso psicologico e frequento anche un corso di difesa personale. È la mia terapia dopo il trauma che ho subito", ha dichiarato la 21enne.
Il padre della ragazza ha rivelato che la figlia ha tentato il suicidio per due volte. La prima con un’overdose di barbiturici, evitata solo grazie al tempestivo intervento del 118. La seconda, con un'ingestione massiccia di compresse di tachipirina, che l’ha costretta a un ricovero in una clinica privata di Marsala.
Adesso la giovane sta cercando di riprendere in mano la sua vita, ma il percorso è lungo e doloroso. A supportarla è anche un maestro di arti marziali di Marsala, che le ha offerto corsi gratuiti di difesa personale per aiutarla a superare il trauma.
"Non finirò mai di ringraziarlo, perché lei ha cominciato ed è felice di questa esperienza", ha dichiarato il padre.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Mahdi Hamrouni sarebbe l’autore dell’aggressione con il coltello, mentre Hazem Hamrouni sarebbe l’autore di un’altra aggressione, avrebbe colpito con un machete un giovane durante una rissa a Marsala. Quest’ultimo è attualmente accusato anche di tentato omicidio.
Il processo con rito abbreviato per entrambi i giovani tunisini inizierà il 18 giugno.