Dopo la morte di Matteo Messina Denaro, Giovanni Motisi è diventato il boss di Cosa nostra con la latitanza più lunga ancora in corso, che dura ormai dal 1998, ben 27 anni. Nei giorni scorsi, la notizia della sua presunta morte in una clinica privata di Cali, in Colombia, ha fatto il giro dei media, ma al momento non ci sono conferme ufficiali.
Secondo quanto riportato dal settimanale Gente, Motisi sarebbe deceduto a causa di un tumore al pancreas e sarebbe stato ricoverato in una struttura sanitaria colombiana. Tuttavia, gli inquirenti italiani, che coordinano le indagini sulla sua cattura, hanno sentito il fotoreporter che ha diffuso la motizia ma le forze dell'ordine italiane, in collaborazione con quelle colombiane, non hanno finora verificato alcun elemento che confermi questa ipotesi.
Giovanni Motisi, noto come uno dei sicari più spietati di Totò Riina, è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio del vice capo della Mobile di Palermo Ninni Cassarà, avvenuto il 6 agosto 1985. La stessa condanna gli è stata inflitta per l'uccisione dell'agente Roberto Antiochia, avvenuta nello stesso agguato.
Le indagini sulla sua latitanza proseguono da anni, con tracce che lo vedrebbero nascosto all'estero già dall'inizio degli anni 2000. In quel periodo, infatti, Motisi avrebbe lasciato la moglie in Sicilia, che si sarebbe poi rivolta ai vertici dell'organizzazione mafiosa per rifarsi una vita.
Negli anni successivi, il boss avrebbe anche assunto il comando del mandamento di Pagliarelli, con la detenzione in carcere di Antonino Rotolo, e poi costretto a lasciarla.
Resta dunque ancora un mistero il destino di Giovanni Motisi. Se da un lato la sua morte rappresenterebbe la fine di una delle più lunghe latitanze nella storia di Cosa nostra, dall'altro l'assenza di riscontri ufficiali mantiene viva l'ipotesi che il boss possa essere ancora in vita e nascosto in qualche parte del mondo.