A partire dal 21 febbraio, sarà disponibile in libreria "Itaca Ebbra", il nuovo libro di Bia Cusumano, attualmente in preordine. L'opera si propone come un intenso canto d'amore, capace di attraversare distanze, tradimenti e abbandoni, riaffiorando come appartenenza eterna.
Cusumano guida il lettore in un viaggio emotivo profondo, esplorando ogni sfaccettatura dell'amore: dalla presenza totalizzante al possesso oscuro, dall'ossessione alla scelta radicale. L'amore assume molteplici forme nel racconto: Filìa, il legame tra vite parallele; Eros, la passione struggente; Pathos, il dolore della perdita; Kairòs, il tempo che ricompone ciò che è stato infranto.
Attraverso il dialogo eterno tra Penelope e Ulisse, simboli universali di desiderio e attesa, l'autrice celebra la forza dell'amore capace di sopravvivere all'assenza. "Itaca Ebbra" non è solo un romanzo, ma un invito a guardare negli abissi delle scelte autentiche, sostenendo che l'unica verità possibile è l'amore.
L'autrice
Bia Cusumano, docente di Letteratura italiana e latina presso il Polo Liceale di Castelvetrano, è una figura di spicco nel panorama culturale siciliano. Ideatrice e direttrice del PalmosaFest, primo Festival di Arte e Letteratura di Castelvetrano, ha al suo attivo due sillogi poetiche, "De sideribus" e "Come la voce al canto".
Ha esordito nella narrativa con "Sulla soglia del filo spinato", scritto a quattro mani con il filosofo Fabio Gabrielli, con il quale ha successivamente pubblicato "Lo stupore del quotidiano. Quattro incontri con Wislawa Szymborska". Nel 2022 ha ricevuto il Premio Donna Siciliana ed è membro dell'Accademia di Sicilia per meriti letterari.
Oltre alla produzione letteraria, pubblica recensioni e articoli di letteratura su diverse testate giornalistiche e cura la rubrica "Faro di Posizione" per un quotidiano della sua città. Nel 2023 ha pubblicato "Trame Tradite", continuando il suo percorso narrativo senza mai abbandonare la poesia.
I versi di "Itaca Ebbra" evocano immagini potenti e suggestive, in un intreccio di memoria, desiderio e perdita:
La dimenticanza
è il potere dell’amore.
Se scordi l’altro
dissolve d’incanto.
Perciò lascia
che ti ometta
in ogni molecola
di corpo e di sangue.
Sulla neve del pensiero
resti fuliggine d’oblio.
Che s’adagi dolente
come una cicatrice.
*
Racconta la morte, donna.
Siamo sole, ora: lui non vede.
Non parli, donna. Tu taci.
Si muore ogni giorno d’odio
una croce appesa al collo
come ai polsi un rosario.
Serve cantare la morte?
Cambia forse la storia?
Le femmine al mondo
fanno figli, non libri.
Il finale non cambia.
La smetti di guardare?
La colpa non ha bisogno
di prove.
Li abbiamo partoriti noi,
quei bimbetti dal viso pulito.
L’orrore nel ventre annidato.
Sei colpevole quanto me.
Mi sono uccisa io.
La misura era troppa.
Mi sono sentita così leggera.
E lui era lì quel giorno.
Lascia stare, non scrivere niente.
Il copione si ripete. Nessun
nome. Tutte in coda. Un fiore,
un silenzio atroce.
Non ti tocca che morire:
tu, la donna, non la sai
proprio fare.
Sei tornato, o sei sempre stato qui?
Nella terra dei poeti non ci sono più fiamme
né voci di sirene.
Mentre Itaca brucia, la cospargi di petali rossi.
Nuda, danzo sulle sue macerie.