Il Tribunale del Riesame di Palermo ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati dell’ex senatore ed ex assessore regionale Antonino Papania e dell’ex vicesindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, entrambi coinvolti nell’operazione Eirene con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso.
I legali avevano chiesto la detenzione domiciliare, sostenendo che non sussistessero elementi di inquinamento delle prove né pericolo di reiterazione del reato o rischio di fuga. Tuttavia, il Riesame ha confermato il carcere, ritenendo valide le misure cautelari imposte dal giudice per le indagini preliminari.
Le accuse e l’inchiesta Eirene
L’inchiesta, coordinata dalla DDA di Palermo, riguarda un presunto sistema di scambio elettorale tra politica e mafia in occasione delle elezioni regionali del 2022. Secondo l’accusa, Papania e Perricone avrebbero garantito sostegno elettorale in cambio di favori, coinvolgendo esponenti del clan mafioso locale.
Il collegio difensivo dell’ex senatore è composto dagli avvocati Vito Di Graziano e Saro Lauria, mentre quello di Perricone da Giuseppe Benenati e Valerio Spigarelli. Dopo la bocciatura del ricorso, i difensori hanno annunciato che presenteranno ricorso in Cassazione per chiedere una revisione del provvedimento.
La prossima udienza preliminare per i coinvolti nell'operazione Eirene non è ancora stata fissata. Intanto, fra gli altri soggetti finiti nelle indagini figura anche Francesco Coppola, considerato dagli inquirenti vicino alla famiglia mafiosa locale e successore del boss Ignazio Melodia, detto 'u dutturi.
Per il momento, Papania e Perricone rimarranno in carcere al Pagliarelli di Palermo, in attesa dei prossimi sviluppi giudiziari.