
Diga Trinità. Il rimpallo di responsabilità alla Regione, Schifani sotto accusa
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Il Mit tira le orecchie a Schifani, che tira le orecchie al dirigente. E’ un rimpallo di responsabilità senza fine. Mentre la diga si svuota, e resterà soltanto uno stagno in cui nuoteranno i pesci.
La Diga Trinità, a Castelvetrano, fuori esercizio da due settimane, si sta svuotando come deciso dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti alla velocità di circa 100 mila metri cubi al giorno. Nei giorni scorsi c’è stata una riunione al Mit in cui si è deciso come procedere, i tempi però saranno lunghi. La responsabilità è della Regione, e i funzionari del ministero avrebbero fatto pesare la cosa al presidente Renato Schifani.
Il governatore siciliano ha poi visto il dirigente generale del dipartimento regionale Acqua e rifiuti Arturo Vallone contestandogli le gravi criticità del suo ufficio sotto il profilo tecnico e operativo nella gestione relativa alla diga Trinità di Castelvetrano. Resta il fatto che, come abbiamo raccontato su Tp24, dal 2018 la Regione aveva nel cassetto il progetto per fare i lavori di messa in sicurezza, finanziati dal Cipe per 3 milioni di euro. Lavori mai fatti. Eppure a novembre arrivava l’ultimo annuncio dalla maggioranza del governo regionale sul finanziamento i 290 mila euro per interventi di “sfangamento” della diga, che avrebbero permesso la piena funzionalità dell’invaso. Ma nulla è stato fatto. Il governo regionale è oggi, ovviamente, sotto le critiche di più fronti.
Gli agricoltori sono infuriati e preoccupati, le opposizioni attaccano Schifani, Legambiente sottolinea che anche altre dighe siciliane sono nelle stesse condizioni.
Le critiche di Legambiente: altre dighe siciliane a rischio
Per Legambiente Sicilia, il caso della Diga Trinità è solo la punta dell’iceberg di un problema ben più grande. “Un’infrastruttura così importante viene portata fuori uso senza alcuna strategia alternativa – ha dichiarato Giuseppe Amato, responsabile risorse idriche dell’associazione – e, peggio ancora, molte altre dighe siciliane sono nelle stesse condizioni”.
Secondo l’analisi dell’associazione ambientalista, su 47 invasi siciliani, ben 26 sono fuori esercizio o con gravi limitazioni, mentre i fondi disponibili sono stati dirottati altrove, come per la ripresa dei lavori alla Diga di Pietrarossa. “Si sta rischiando il collasso del sistema idrico siciliano – ha aggiunto Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia – mentre si continua a parlare di strategie di contrasto al cambiamento climatico senza agire concretamente”.
“Schifani cerca solo capri espiatori”
A criticare duramente l’operato della Regione è anche Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, che accusa Schifani di scaricare le responsabilità sui dirigenti regionali senza affrontare il problema politico alla radice. “Il presidente ha già fatto lo stesso con la sanità e con la gestione degli eventi per Agrigento Capitale della Cultura – scrive Faraone – adesso tocca al dirigente Vallone pagare per la crisi idrica della Diga Trinità. Ma intanto, i veri responsabili restano al loro posto e la Sicilia continua a subire i danni della loro incapacità”.
“La Sicilia è assetata e Meloni guarda altrove”
Anche l'opposizione in Parlamento ha deciso di intervenire. Ida Carmina, deputata del Movimento 5 Stelle, ha presentato un’interrogazione al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, denunciando l’inerzia del governo nazionale e regionale.
“La Sicilia è sempre più vittima della crisi idrica, ma nessuno interviene per migliorare le infrastrutture – ha dichiarato Carmina – il risultato è che 100.000 metri cubi d’acqua al giorno finiscono in mare, mentre agricoltori e cittadini affrontano gravi restrizioni. Il governo deve smettere di ignorare il problema e agire subito, trovando fondi per la messa in sicurezza della Diga Trinità e per l’ammodernamento della rete idrica siciliana, che perde oltre il 50% dell’acqua prima di raggiungere le utenze”.
L’Associazione Ingegneri Naturalistici: “Sicilia in siccità, ma le dighe restano inutilizzabili”
Anche gli esperti del settore intervengono nel dibattito. L’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica sottolinea l’assurdità della situazione: mentre la Sicilia soffre la siccità, le dighe restano sottoutilizzate o abbandonate per mancanza di collaudi e manutenzione.
“Il caso della Diga Trinità è emblematico – ha dichiarato Gianluigi Pirrera, vicepresidente dell’associazione – l’invaso potrebbe contenere 18 milioni di metri cubi d’acqua, ma ne può trattenere solo 2 milioni, perché non è mai stato collaudato. Eppure, con interventi di dragaggio e manutenzione, si potrebbe recuperare capacità utile e ridurre il rischio siccità”.
Anche il presidente nazionale Federico Preti sottolinea l'importanza di interventi strutturali: "Abbiamo tecnologie e strategie per recuperare i sedimenti e aumentare il volume invasabile, migliorando la resilienza idrica della Sicilia. Ma serve volontà politica".
La Sicilia senza acqua e senza risposte
Mentre gli enti locali e il governo nazionale continuano a scambiarsi accuse, la Diga Trinità si svuota giorno dopo giorno, e con essa le speranze degli agricoltori siciliani. L’estate si avvicina, e il rischio che migliaia di ettari restino senza irrigazione è sempre più concreto.
Servono interventi urgenti e concreti per salvare non solo la Diga Trinità, ma l’intero sistema idrico dell’isola, che da anni soffre le conseguenze dell’incompetenza e dell’inerzia politica.

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