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30/01/2025 06:00:00

 Cinque anni dopo il Covid: la scienza ha vinto, i no vax no
 

Cinque anni fa, il 29 gennaio 2020, in Italia venivano ricoverati i primi due pazienti affetti da Covid-19: due turisti cinesi arrivati a Roma. Da lì a poche settimane, il virus si sarebbe diffuso ovunque, colpendo il Nord Italia con violenza. Il lockdown, gli ospedali pieni, le immagini dei camion militari carichi di bare a Bergamo: un incubo collettivo che ha segnato un’epoca.
Oggi, nel 2025, possiamo dire con certezza che il Covid è stato sconfitto. E a farlo non sono stati complotti o teorie strampalate dei no-vax, ma la scienza e i vaccini.


I dati parlano chiaro
Nel 2024 in Italia si sono registrati 646mila decessi, un numero praticamente identico a quello del 2019, prima della pandemia. Segno che il Covid non rappresenta più un’emergenza e che i vaccini hanno fatto la differenza. Lo dicono i numeri, le statistiche, gli ospedali che non sono più al collasso, o meglio sono tornati ad avere i soliti vecchi problemi.
Gli studi hanno dimostrato che le vaccinazioni hanno evitato milioni di morti, soprattutto contro la variante Delta, la più aggressiva. Anche l’Omicron, pur meno letale, avrebbe causato molti più decessi senza la protezione offerta dai vaccini.
Nonostante il virus sia sotto controllo, però, 5 milioni di italiani soffrono ancora di sintomi persistenti da long Covid, una delle eredità peggiori della pandemia. Anche questo dimostra quanto il virus sia stato pericoloso e quanto fosse necessario fermarlo il prima possibile.

L’eredità della pandemia
Per molti, il Covid è ormai un ricordo lontano. Ma per il mondo della sanità e della ricerca la pandemia è ancora oggetto di studio. Lo spiega Enrico Girardi, Direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, centro di riferimento durante l’emergenza.
“L'interesse scientifico per il SARS-CoV-2 rimane alto, anche se nella percezione comune sembra tutto risolto”, spiega Girardi a AdnKronos. “Essendo stata la prima pandemia in un mondo altamente tecnologico, possiamo imparare molto da ciò che è successo: cosa ha funzionato e cosa dobbiamo migliorare per il futuro"
Uno dei punti chiave è la preparazione alle prossime pandemie. “Non dobbiamo reagire sempre in emergenza – continua Girardi – ma costruire un sistema che sappia mitigare le conseguenze di questi eventi”.


La cooperazione scientifica è stata decisiva
Fondamentale, durante la prima fase della pandemia, fu la collaborazione internazionale. I medici Andrea Mariano e Angela Corpolongo, che erano di turno allo Spallanzani quando arrivarono i primi pazienti Covid in Italia, ricordano il ruolo cruciale delle call con i colleghi dell’Università di Wuhan, che fornirono informazioni preziose sulla gestione della malattia.
“La terapia con il cortisone fu una scelta sperimentale e discussa – spiegano – ma si è poi rivelata efficace. La condivisione delle esperienze con i colleghi cinesi ci ha permesso di affinare le cure e di salvare vite.”
Altro passaggio fondamentale fu il primo tampone positivo ai turisti cinesi, che consentì di isolare il virus e sviluppare rapidamente i test successivi. L’Italia fu tra i primi Paesi in Europa a ottenere questo risultato, facilitando la gestione della crisi.


La sconfitta dei no vax
Eppure, nonostante tutto, la disinformazione no vax non si è mai fermata. Ancora oggi, sui social, si leggono teorie fantasiose su presunti “danni” dei vaccini, che i dati e la realtà smentiscono in modo inequivocabile.
Le fake news su effetti collaterali inesistenti o sui vaccini a mRNA “sperimentali” sono state smentite da studi scientifici e dal fatto che miliardi di persone si sono vaccinate senza problemi. La verità è semplice: senza vaccini, il numero di vittime sarebbe stato molto più alto.

La scienza ha vinto
Cinque anni dopo, la storia è chiara: il Covid è stato sconfitto grazie alla ricerca scientifica, ai vaccini, ai medici e agli scienziati. Non grazie ai complotti, ai video su YouTube o ai post sui social.
Chi oggi continua a negare questi fatti, chi ancora sostiene tesi prive di fondamento, non fa altro che dimostrare che la disinformazione può essere più pericolosa di un virus. Ma la scienza ha già dimostrato di poter vincere anche contro questo.