Nel Partito Democratico siciliano è baruffa, lunedì pomeriggio l’assemblea regionale si è trasformata in un ring, sono volati insulti e non sono mancati gli spintoni. Più che un partito hanno dato l’esempio di chi in politica non ci dovrebbe stare.
Sarebbero bastati 161 voti al segretario regionale, Anthony Barbagallo, per approvare la sua mozione, che prevede il voto congressuale solo ai tesserati, invece ne ha messi in fila 169.
La linea, in verità, era stata già dettata dal Nazareno, era trapelata la convergenza proprio sulle posizioni di Barbagallo, nonostante le oltre 1000 firme raccolte anche online da alcuni dirigenti siciliani, che avrebbero voluti le primarie aperte.
Questo è bastato per far nascere la rissa. In apertura di assemblea Barbagallo nel suo intervento aveva fatto una considerazione amara: “Queste settimane avrebbero dovuto essere caratterizzate da un sano confronto sulle regole congressuali ma, ahimè, così non è stato. Lo sforzo della segreteria regionale di convocare gli organismi ogni settimana, a partire da novembre, non è bastato e una parte del gruppo dirigente ha ritenuto di alimentare una polemica pubblica fatta di dichiarazioni alla stampa o di veri e propri comunicati generando grande sgomento nella base e indebolendo l’azione del Pd in Sicilia. Questo modello per cui si attacca il compagno di partito o peggio ancora, chi rappresenta il partito, e poi si è proni contro gli avversari politici è insopportabile”.
Il Partito Democratico, mentre la mattina celebrava con frasi pregne di sensibilità il Giorno della Memoria, condannando ogni forma di violenza e di intolleranza, nel pomeriggio si è trasformato in un campo di guerra.
Qualche deputato a denti stretti e con un pò di disgusto ha sillabato: “Siamo stati indecorosi”.
L’ala che si è mossa contro Barbagallo non risparmia le critiche a voce alta, rinfacciano al segretario di non essere sempre stato dei dem ma proveniente dall’MPA. La denuncia di brogli al voto lancia altre accuse ed è tutti contro tutti.
Presente a Palermo Igor Taruffi, che ha solo potuto constatare che il PD in Sicilia è un partito che non c’è, dilaniato dalle correnti, un partito che lotta al suo interno e non è capace di costruire una alternativa per le prossime elezioni regionali, impegnati come sono a guerrigliare al loro interno.
Si va avanti adesso con il regolamento approvato, le fasi congressuali prenderanno forma e a votare saranno solo gli iscritti al partito entro il 31 dicembre 2024. A margine dei lavori Barbagallo si è detto dispiaciuto per quanto accaduto in sala, troppe tensioni: “Non è stato uno spettacolo edificante ma la vita è fatta di ripartenze. Con la garanzia del partito nazionale, ci siamo dati delle regole per il congresso. L’avversario non è dentro ma fuori il Pd. Da domani siamo impegnati a costruire l’alternativa alle destre”.