Una vicenda di tensioni condominiali si è trasformata in un caso giudiziario a Salemi, dove una donna di 45 anni, S. R., è stata accusata di stalking condominiale. Dopo un processo, però, è stata assolta dal Tribunale di Marsala perché “il fatto non sussiste”.
La donna si era trasferita da pochi anni in un piccolo condominio e aveva avuto alcuni contrasti con i vicini, soprattutto a causa del pagamento delle spese condominiali. Tra i litigi segnalati, l’uso dell’acqua condominiale per lavare l’auto, la spazzatura lasciata sul balcone e l’uso di deodoranti nelle scale, che avrebbero causato reazioni allergiche a una vicina.
La situazione è degenerata quando alcuni condomini hanno fatto installare una telecamera puntata sulla porta dell’abitazione della donna. Lei ne aveva chiesto la rimozione senza successo, fino ad arrivare a una lite con una vicina, che ha poi sporto denuncia.
La Procura di Marsala aveva chiesto il rinvio a giudizio per atti persecutori, ma la difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Salvo, ha optato per il rito abbreviato con esame degli atti e produzione documentale.
Il Gip di Marsala, Matteo Giacalone, ha infine assolto la donna perché mancavano prove sufficienti a dimostrare il reato. Nelle motivazioni della sentenza, il giudice ha evidenziato che non è stato superato il vaglio dell’“oltre ogni ragionevole dubbio”, rigettando anche le richieste di risarcimento delle parti civili.
Una storia che mostra come i conflitti tra vicini possano degenerare in battaglie legali, ma anche quanto sia fondamentale l’accertamento delle prove nei processi per reati di stalking.