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29/01/2025 06:10:00

"Morire per rinascere": Don Ciotti e l'augurio paradossale per il 21 marzo a Trapani

"Se posso fare un augurio a tutti noi - afferma Don Ciotti - vi auguro veramente con molta sincerità di morire". Un invito alla profonda riflessione che il fondatore di Libera rivolge a quanti parteciperanno alla XXX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Ma quest'anno l'appello di Don Ciotti si carica di un'urgenza ancora maggiore, perché la mafia, lungi dall'essere sconfitta, si è evoluta, diventando più forte e insidiosa.

Il primo giorno di primavera, Trapani si tingerà di un "noi" collettivo, un'onda umana di cittadini, studenti, associazioni e istituzioni unite nel nome di Libera per gridare "No alla mafia" e ricordare chi ha perso la vita combattendo la criminalità organizzata. Ma cosa significa questo "augurio di morte" lanciato da Don Ciotti? E perché quest'anno la sua preoccupazione per la diffusione del fenomeno mafioso è ancora più forte?

"Morire" per rinascere e combattere una mafia più forte

"Morire a vecchi schemi, a linguaggi sterili, a rassicuranti ricordi" spiega il sacerdote. Un invito a "rigenerarsi" , a spogliarsi di abitudini e modalità di pensiero ormai obsolete per trovare nuove energie e affrontare le sfide di un presente in cui la mafia, lungi dall'essere sconfitta, ha saputo adattarsi e rafforzarsi.

"L'ultima mafia è sempre la più forte", avverte Don Ciotti, sottolineando la capacità di rigenerazione e adattamento della criminalità organizzata. "Nonostante i passi avanti fatti, sono 170 anni che parliamo di mafia in Italia e qualcosa non torna". Secondo Don Ciotti, la mafia oggi è più forte perché:

Si è infiltrata nell'economia legale: "Legale e illegale si mescolano", denuncia il sacerdote. "Le mafie sono diventate quasi uffici di servizi, soprattutto al Nord, offrendo sostegno economico in cambio di favori e infiltrandosi nel tessuto sociale".

Gode di complicità e silenzi: "C'è chi sa, c'è chi ha visto e non parla", accusa Don Ciotti, sottolineando la difficoltà di denunciare e testimoniare contro la mafia. "L'80% dei familiari delle vittime innocenti di mafia non conosce la verità", un dato che evidenzia la pervasività dell'omertà.
Trova terreno fertile nella politica: Don Ciotti non fa nomi, ma lancia un monito chiaro: "C'è una minoranza di persone non degne di rappresentare la sacralità delle nostre istituzioni". Un richiamo alla responsabilità della politica e alla necessità di una maggiore trasparenza e lotta alla corruzione.
Libera: un "noi" contro le mafie

Di fronte a questa nuova mafia, più forte e insidiosa, la risposta è ancora una volta Libera, un'associazione di associazioni che si batte contro le mafie e promuove la legalità in Italia e nel mondo. "Al suo interno trovate una trasversalità di gruppi e movimenti, da Legambiente all'Arci, dalla CGIL a movimenti sportivi", racconta Don Ciotti, sottolineando la natura inclusiva e trasversale dell'associazione. Una realtà presente anche in America Latina, Africa ed Europa, a dimostrazione che la lotta alla mafia è una sfida globale che richiede un impegno corale.

Il 21 marzo: memoria, riflessione e azione

La Giornata della Memoria e dell'Impegno non si esaurisce nella commemorazione delle vittime, ma si proietta verso il futuro, stimolando la riflessione sul presente e l'azione per il cambiamento. "Dobbiamo essere in tanti a cogliere la volontà di cambiamento - esorta Don Ciotti - e a mobilitarci per costruire una società più giusta e libera dalla mafia".

Il programma della giornata prevede la lettura dei nomi delle oltre mille vittime innocenti delle mafie, un momento di raccoglimento e la marcia silenziosa per le vie della città. La sera del 20 marzo, si terrà una veglia di preghiera nella Cattedrale di Trapani.

"Mobilizziamo le nostre associazioni, mobilizziamo tutti! Facciamo sentire la nostra voce e dimostriamo che Trapani è una terra che vuole liberarsi dalla mafia". Con questo accorato appello, Don Ciotti conclude il suo intervento, invitando tutti a partecipare attivamente alla Giornata della Memoria e dell'Impegno. Un'occasione per ricordare, riflettere e agire, insieme, per un futuro libero dalla mafia.

Dall'incontro con Giovanni Falcone alla nascita di Libera

Nel suo discorso, Don Ciotti ripercorrerà anche l'incontro con Giovanni Falcone, un momento cruciale che ha segnato profondamente il suo percorso. "Al termine di una giornata di formazione a Coriglione - racconta Don Ciotti - ci siamo dati appuntamento per un caffè a Roma. Un caffè che non abbiamo mai preso...". Un segno del destino, interrotto tragicamente dalla strage di Capaci.

L'associazione Libera, nata nel 1995, è un "noi" che si batte contro le mafie e promuove la legalità in Italia e nel mondo. "Libera è nata come un'associazione di associazioni - spiega Don Ciotti - e oggi trovate al suo interno una trasversalità di gruppi e movimenti, da Legambiente all'Arci, dalla CGIL a movimenti sportivi". Una realtà presente anche in America Latina, Africa ed Europa, a dimostrazione che la lotta alla mafia è una sfida globale.